Da: Arci Ferrara
Dario Fo nei circoli Arci permetteva ai figli di braccianti, contadini ed operai di conoscere il teatro e di far comprendere l’importanza della cultura nell’autodeterminazione dell’individuo. Erano ‘artisti comunitari’, intellettuali veri che riconoscevano nell’intera storia delle case del popolo e dei circoli culturali Arci e non solo, la spontanea mobilitazione di cittadini e la richiesta di riscatto sociale di tanta gente comune che, con il lavoro volontario si dotavano di luoghi di incontro aperti, in cui chiunque potesse, ieri come oggi, entrare e partecipare alle iniziative. In un’intervista ha dichiarato: ‘Decidemmo allora di andare fuori dai circuiti ufficiali, volevamo un altro pubblico. Era la fine degli anni Sessanta e c’era in giro una bell’aria di risveglio’. Il ’68 è l’addio ai teatri borghesi in favore delle sale Arci e le case del popolo. Fondammo il gruppo Nuova Scena, poi nel ’70 il Collettivo La Comune, con cui nel ’74 occupa la Palazzina Liberty a Milano che diventerà un centro della contro-informazione politica di quegli anni’. Nacque così un movimento d’avanguardia per l’educazione popolare e di resistenza alla censura, ancora presente, con l’obiettivo di avviare un vero processo di democratizzazione della cultura. Per l’Arci lo slogan di quegli anni era: Creare aggregazione ovunque esprimiamo opinioni, esprimere opinioni ovunque aggraghiamo. Oggi vogliamo dedicare le iniziative della Notte Rossa al lavoro ed allo spirito di questo grande intellettuale italiano, Premio Nobel e servitore del popolo.
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Arci Ferrara
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