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da: ufficio stampa Confederazione italiana agricoltori di Ferrara

Cia Ferrara, in pieno accordo con le azioni di Cia nazionale, chiede a Provincia e Regione la massima collaborazione per contenere l’invasione nelle campagne.

FERRARA – Argini di fiumi e canali compromessi, raccolti continuamente danneggiati e timore per la propria incolumità fisica. Le imprese agricole sono ormai esasperate dalla situazione, diventata insostenibile, dei danni causati dalla fauna selvatica. Una situazione che, non solo a Ferrara, è diventata una vera e propria emergenza tanto che Cia Nazionale sta sollecitando interventi urgenti da parte del Ministero delle Politiche Agricole. Cia Ferrara, in pieno accordo con le direttive nazionali, sottolinea come in tutto il territorio di Ferrara continui a persistere un concreto problema di contenimento delle specie alloctone e invasive nelle campagne e che i danni alle imprese e alle persone hanno già superato i livelli di guardia. «Il contenimento della fauna selvatica e dei danni da essa provocati alle colture – afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara – è una situazione che sul nostro territorio si è accentuata in ragione delle nuove norme che hanno ricompreso la nutria tra le specie arvicole togliendo alle province la competenze dell’attività di controllo. Questo ha fatto sì che il problema sia ormai diventato emergenza, peraltro in una situazione dove ancora non sono state definite in modo univoco le modalità d’intervento. Le specie alloctone e i predatori selvatici crescono in maniera incontrollata, insostenibile rispetto al territorio e allo stesso equilibrio naturale e riproduttivo. Non si tratta solo di salvaguardare le colture o i redditi delle imprese agricole a cui nessuno rimborsa i danni subiti, si tratta anche – continua Calderoni – di garantire sostenibilità e sicurezza nelle aree rurali. Questo anche in riferimento ai danni provocati dalle nutrie agli argini dei fiumi che possono provocare allagamenti e danni a cose e persone, non solo alle aziende agricole. Cia Ferrara chiede, dunque, agli enti preposti di attivare rapidamente politiche di contenimento adeguate per controllare l’invasività della e prevenire i danni conseguenti alla proliferazione delle specie alloctone. Un invito – spiega Calderoni – anche alle associazioni venatorie, ambientaliste e animaliste perché si avvii senza pregiudizi una seria riflessione che non veda scaricare sulle spalle degli agricoltori il costo di una inefficace attività di gestione faunistica. Siamo però stanchi di essere bollati come mondo agricolo come i “cattivi” di turno, quelli che vogliono eliminare animali innocui. Gli agricoltori sono anzi, i primi che, con il loro lavoro, salvaguardano il territorio e l’ambiente e certo meritano rispetto e attenzione per la loro attività e per le loro esigenze imprenditoriali.»

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