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da: organizzatori

«Il medico militare viveva una contraddizione drammatica. Il suo compito non era guarire il paziente per restituirlo alla famiglia e a un’esistenza normale, ma renderlo nuovamente idoneo al combattimento». Così Daniele Ravenna, Direttore Generale del Ministero per i Beni Culturali, ha sintetizzato sabato, alla Città del Ragazzo diretta da Giuseppe Sarti, il senso di una figura poco conosciuta. Introdotto da Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea, Ravenna ha illustrato i libri Gaetano Boschi, sviluppo della psichiatria di guerra, di Leonardo Raito (Carrocci Editore), presente all’evento, e Zaino di Sanità, di Corrado Tumiati, (Gaspari Editore). Lo ha fatto sviscerando il profondo legame tra umanità e competenze che contraddistingueva Boschi e Tumiati. Al centro dell’incontro il fatto che Villa Seminario – oggi Città del Ragazzo – , tra il 1915 e l 1918, come ha rimarcato Quarzi, divenne luogo di cura per le ferite dell’anima, non del corpo. Non un manicomio dunque e neppure un nosocomio tradizionale. Una struttura pensata per chi soffriva di patologie legate alla guerra, per i cosiddetti mutilati funzionali. L’iniziativa ha visto la collaborazione delle associazioni De humanitate Sanctae Annae e Pico Cavalieri, presiedute rispettivamente da Massimo Masotti e Danilo Bragatto. Soddisfatto Sarti. «Simili eventi ci fanno ulteriormente sentire integrati nella città e ci danno la possibilità di rivelare la nostra lunga storia sul territorio». Parole di ringraziamento dal vicesindaco Massimo Maisto, che ha ricordato come con troppa facilità ci si dimentichi che la guerra non è cosa così lontana da noi.

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