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I Panda sono un gruppo italiano di musica pop e leggera formatosi col nome Camelot nel 1973, sono diventati i Panda nel 1974 in occasione della pubblicazione del brano “Addormentata”, finalista al Festivalbar quello stesso anno. La loro canzone di maggiore successo è “Voglia di Morire” del 1977, firmata da Carla Vistarini e Luigi Lopez, nata dalla collaborazione con il produttore Nico Papathanassiou, fratello di Vangelis, premio oscar nel 1982 per la colonna sonora del film “Momenti di gloria” di Hugh Hudson.
La storia dei Panda è un po’ la storia della musica italiana degli anni Settanta, con Osvaldo Pizzoli, il front-man del gruppo, abbiamo parlato di quel fantastico periodo.

panda-gruppo
Due copertine di brani dei Panda

Nei primi anni Settanta, cinque musicisti con diversi percorsi musicali diedero vita ai Panda
Tutto iniziò nel 1971, quando formammo il gruppo Camelot. Suonavamo nei dancing di Lombardia e Piemonte e nel frattempo scrivevo canzoni, che proponevamo a Mara Maionchi, nostra referente presso la casa discografica Ricordi. L’incontro fondamentale fu quello con Mario Gennari, già produttore di Angelo Branduardi. Grazie a lui ottenemmo il primo contratto da professionisti con la RCA Italiana. Per noi fu una gioia immensa.
Il 1970 fu un anno importante per i gruppi Italiani, l’inizio di un decennio d’oro esauritosi con l’arrivo dell’ondata inglese, che dirottò i gusti musicali dei giovani. Di conseguenza, alla fine di quel periodo, molti gruppi si sciolsero e fra questi i Panda.

Nel 1974 arrivaste in finale al Festivalbar con “Addormentata”
Tutto procedeva nel migliore dei modi. “Addormentata” ebbe un ottimo riscontro presso il pubblico, tanto è vero che la prima serie di copie andò esaurita in dieci giorni e ne ristamparono subito delle altre. A questo successo discografico seguì la partecipazione al Festivalbar 1974, che si svolgeva ancora ad Asiago, poi l’anno successivo passò a Verona, nella mitica Arena.
È indescrivibile l’emozione che provavo nell’ascoltare le canzoni dei Panda trasmesse quotidianamente dalla Rai, a quei tempi l’unica e quindi la più importante emittente radiofonica.

Osvaldo Pizzoli
Osvaldo Pizzoli

Com’è nata la collaborazione con Carla Vistarini e Luigi Lopez?
Mario Gennari ci presentò Carla Vistarini, Luigi Lopez e Giancarlo Leone, il figlio dell’allora Presidente della Repubblica. Furono loro a firmare le canzoni più importanti dei Panda, “Addormentata”, “Voglia di morire”, “Notturno”, e quelle di “Amanti mai”, il nostro primo e fortunato 33 giri, realizzato con un’orchestra di 50 elementi e registrato nello studio A della RCA Italiana.

Il 1977 è l’anno di “Voglia di morire”, di Lopez, Vistarini e Aloise, senza dubbio il vostro più grande successo
Indiscutibilmente fu il nostro brano di maggiore successo. Cambiammo casa discografica, passando alla Polygram Dischi, e ci affidammo a un nuovo produttore: Nico Papathanassiou, fratello del celebre Vangelis.

Lopez, Vistarini, Frescura e Vangelis, il talento non mancava
Proprio così, il talento e la bravura di Carla Vistarini, Luigi Lopez, Paolo Frescura e Vangelis erano indiscussi. In quel periodo ci recammo a Londra per registrare negli studi Nemo di Vangelis il singolo “Notturno”, tratto dallo schiaccianoci di Čajkovski, col testo di Carla e l’arrangiamento del grande musicista greco. Durante la permanenza a Londra, Vangelis ci fece un nuovo regalo, scrivendo per noi il brano “Dimenticare” che divenne il retro di “Notturno”. Ricordo che al rientro in Italia il nastro della registrazione, passando sotto il metal detector, si era smagnetizzato! Fummo costretti a tornare a Londra per averne una copia.

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La copertina di Voglia di morire dei Panda

Negli anni Ottanta i Panda hanno suonato con Ron e poi con Giorgio Faletti, vuoi raccontarci l’esperienza di quegli anni?
Negli anni Ottanta rifondai i Panda con altri musicisti e, in assenza di discografia inedita, diventammo il gruppo di supporto di Ron e Giorgio Faletti. A Ron mi lega un bellissimo rapporto di parentela, ma al di là di questo posso dire che è davvero un grande artista, dotato di estrema sensibilità, intelligenza, educazione e notevole espressione vocale. In ogni concerto è sempre riuscito a emozionarmi.
Durante le tournèe con Ron conobbi Lucio Dalla, artista immenso. Un giorno fece un concerto all’Eur di Roma, uscì dalla sua roulotte, mi vide, m’invitò a entrare e mi presentò a un gruppo di giornalisti che lo stavano intervistando. Mi mise una mano sulla spalla e mi presentò dicendo: “Questo signori è Osvaldo Pizzoli, cantante dei Panda, che ha inciso dischi con Vangelis”. In quel momento mi sentii veramente piccolo e diventai rosso in viso, perché era lui l’unico grande artista. Ora, col senno di poi, posso dire di essere stato un amico di Lucio Dalla.
Poi arrivò Giorgio Faletti, sagittario come me. Instaurammo fin da subito un rapporto di amicizia che proseguì anche dopo la fine della tournèe teatrale. Giorgio era un genio che seppe fare della sua vita un’arte in qualità di comico, attore o scrittore di successo. Passavamo ore al telefono parlando del più e del meno, dei suoi pensieri, dei suoi desideri e anche delle sue paure. Durante gli spettacoli, anche se sapevo a memoria le battute, mi coinvolgeva sempre, al punto che ridevo ad alta voce; mi faceva divertire tantissimo. Ora continuo a parlare con lui, anche se non c’è più, mi manca. In “Tre atti e due Tempi”, uno dei suoi ultimi libri, mi coinvolse nella scrittura facendomi diventare, con tanto di nome e cognome, un personaggio del romanzo. Infine riuscì a inserire anche i Panda nella storia(*). In questa maniera ha voluto sicuramente ringraziarmi per la nostra grande amicizia. Grazie Giorgio!

osvaldo pizzoli
Osvaldo Pizzoli

Nel 2009 avete pubblicato l’album “Le ragazze di una volta… sono angeli”
Per la registrazione dell’album mi sono affidato ad Angelo Zibetti, esperto musicale e proprietario di Radio Zeta, che ha creduto nella mia creatività artistica e a cui sono profondamente riconoscente.
Nella mia carriera mi sono divertito molto anche a scrivere canzoni affiancando la tipica melodia Italiana alla lirica. Insieme a mia sorella Annamaria Pizzoli, soprano al Teatro alla Scala per 15 anni, ho inciso i brani: “L’anima e l’amore” e “Salviamo il mare”, da bravi Panda ecologisti e amanti degli animali.

Questa estate avete avuto un buon calendario di serate, quali sono stati i brani più richiesti?
Si è stato un discreto calendario, ma al di là del numero dei concerti mi è rimasta una grande voglia di musica e quando salgo sul palco vivo sempre un nuovo “film a colori”. La mia vita la considero un’espressione musicale inesauribile. I brani che mi richiedono con più frequenza sono: “Voglia di Morire”, “Amanti Mai”, “Addormentata”, “Notturno” e “Teneramente” ma anche quelli più recenti quali “Le ragazze di una volta”, “Salviamo il mare”, “L’anima e l’amore”, “Ora mi manchi tu” e “Gli animali veri siamo solo noi”.
Concludo il racconto della mia piccola storia musicale augurando a tutti voi Buona Musica e Buona Vita e… viva i Panda.

(*) = Tratto da “Tre atti e due tempi” di Giorgio Faletti:
Riattacco e accendo la radio. Cerco una stazione che trasmette musica. Per qualche giorno, basta calcio.
La voce del cantante di un gruppo degli anni ’70, i Panda, esce dalle casse e mi comunica che ha Voglia di morire. Io, da ora, non più.

I Panda oggi sono:
• Osvaldo Pizzoli – Voce solista, flauto, sax e tastiere
• Roberto Ferrari – voce e chitarra
• Fabio Scalco – voce e tastiere
• Antonello Carbone – voce e basso
• Giorgio Santandrea – batteria e percussioni

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.


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