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di Roberta Trucco

Ci rifiutiamo di imparare nella paura, ci rifiutiamo di vedere trasformate le nostre scuole in delle prigioni. Non accetteremo nulla che non sia la comprensione che è necessario agire per il controllo delle armi e se sarà necessario faremo vergognare i nostri politici nazionali per non essere in grado di proteggerci”. Non si arrendono questi giovani, il grado di consapevolezza che hanno raggiunto è straordinario, sono davvero bravi!
Vedono bene, non sono più ingannabili e anche noi vediamo meglio, grazie alle loro parole. “Non è una questione partigiana, non c’è nulla di partigiano sui grandi temi della vita o della morte, tutto ciò riguarda le armi e la moralità di questo paese. Quando i nostri capi ci dicono che la soluzione è nell’avere ancora più armi allora abbiamo un problema morale nella Casa Bianca. Quando i nostri politici tengono in conto il denaro sporco dell’Nra più della vita dei nostri bambini allora abbiamo un problema morale dentro al nostro Congresso. […] Quando derubrichiamo le morti dei ragazzi a effetti collaterali allora abbiamo un problema morale nel nostro paese!”, ha proseguito uno di loro parlando alla folla radunata per la marcia del 14 marzo davanti alla Casa Bianca. Che coraggio e che determinazione!

Esattamente il giorno dopo la marcia degli studenti negli Stati Uniti, il 15 marzo da noi in Italia, ancora il 14 in Sud America, in Brasile viene freddata con cinque colpi di pistola Marielle Franco, consigliera municipale di Rio De Janeiro. Donna, lesbica, attivista politica, nera, paladina dei poveri e dei diversi e in migliaia scendono per strada. Una delle più imponenti manifestazioni spontanee di questi ultimi anni. L’infame assassinio di Marielle viene definito un’esecuzione, si vocifera la responsabilità sia della polizia militare che aveva incarico di mantenere la sicurezza nella favelas e che proprio Marielle il giorno prima aveva accusato di essere responsabile di violenze inaccettabili. (Leggi QUI l’articolo di Valerio Petrano)
Lo stesso giorno viene assassinato un noto ambientalista in Amazzonia, Paul Sergiò, che si batteva per i diritti delle popolazioni indigene. Il suo avvocato ha accusato gli agenti locali della Polizia Federale di essere coinvolti, forse loro stessi gli assassini.

Come spesso accade in questi casi i leader politici assicurano che si farà giustizia, che ci sarà un’indagine, che si accerteranno i responsabili, ma queste parole non convincono più. Non basta perseguire i responsabili materiali di queste morti, non sono si possono derubricare a morti collaterali, non sono morti per mani di pochi cattivi.
Qui c’è un intero sistema che è malato e coloro che occupano posizioni di potere e decisionali, democraticamente eletti, se non sapranno sottrarsi alla dittatura del sistema potrebbero essere considerati collusi e corresponsabili.
La velocità della circolazione delle notizie ci sta permettendo di mettere insieme fatti che apparentemente non sembrano avere una radice comune che invece hanno: l’enorme ricchezza concentrata nelle mani di pochissimi (studio Oxfam: 1% dei più ricchi possiede più del 99%), per lo più maschi bianchi attempati, e l’ insopportabile e ingiusta disuguaglianza sulla quale si fonda questa ricchezza. È globale la presa di coscienza.

Gli adulti ci hanno deluso”, conclude il giovane dal palco “tutto questo ora è nelle nostre mani e se gli eletti ci ostacoleranno sulla via del cambiamento, li cacceremo e li rimpiazzeremo noi stessi. Enough is enough!”
Oggi ho un grande speranza: questa generazione non arretrerà e noi donne con loro.
Roberta Trucco

Chi siamo
Il gruppo Molecole è un momento di ricerca e di lavoro sul bene, per creare e conoscere, scoprire e dialogare con altre molecole positive e provare a porsi come elementi catalizzatori del cambiamento. Nasce agli inizi del 2016 a Casanova Staffora, dall’esigenza di supportare le persone nell’esplicazione delle proprie potenzialità e successivamente costruire processi di associazione e interazione, poiché ogni molecola, aggregandosi, potrebbe generare un corpo finito ed operante, una parte viva e attiva della società, diventando elemento di speranza e di pressione.
Il gruppo si riunisce ogni due mesi presso la sede di Ce.L.I.T. a Santa Margherita di Staffora (provincia di Pavia) ed è aperto a contributi e collegamenti con altre esperienze analoghe.

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