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Nonostante quello che Donald Trump pensa e dice delle notizie, degli studi e delle preoccupazioni riguardo il global warming, a metà mese il maxi iceberg Larsen C si è staccato dall’Antartide: con i suoi 5.800 chilometri quadrati supera le dimensioni della Liguria e l’acqua che contiene è pari a tre volte quella del lago di Garda ed equivalente a quella consumata in media nel mondo nell’arco di cinque anni.
Nel frattempo, per tornare – letteralmente – al giardino di casa nostra, l’Italia è alle prese con la siccità: il nostro Paese si trova a dover fronteggiare la mancanza di 20 miliardi di metri cubi d’acqua, una quantità pari all’intero lago di Como.
Per fortuna le istituzioni europee sembrano non pensarla come il Presidente Usa. Ecco perché, nell’ambito della strategia Europa 2020, il programma di azione per l’ambiente si chiama “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”. Al suo interno particolare attenzione è posta sulla trasformazione dei rifiuti in una risorsa, favorendo la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio e rinunciando a metodi inefficienti e nocivi, come le discariche.

Ma in tutto ciò la domanda che sorge spontanea è: noi che possiamo fare?
Ecco un piccolo esempio, proprio su ciò che con ogni probabilità state usando per leggere questo articolo. Lo sapevate che si può smaltire gratuitamente il proprio smartphone, il proprio tablet o qualsiasi Raee – rifiuti da apparecchiature elettroniche ed elettriche – di piccole dimensioni nei punti vendita senza alcun obbligo di acquisto? È quanto prevede da luglio 2016 il decreto legislativo ‘uno contro zero’: consegna gratuita dei raee di dimensioni inferiori a 25 cm presso i punti vendita con superfici superiori a 400 mq (il servizio è facoltativo per i negozi più piccoli) senza alcun obbligo di acquisto.
I rifiuti da apparecchiature elettroniche ed elettriche rappresentano la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale, con un tasso di crescita del 3-5% annuo, tre volte superiore ai rifiuti normali. Ed è così anche nell’Unione Europea, dove i raee hanno un tasso annuo di crescita stimato tra il 2,5 e il 2,7%. Eppure secondo una ricerca realizzata da Ipsos Italia per Ecodom – consorzio italiano che si occupa del recupero e riciclaggio di elettrodomestici – e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei raee, meno di un intervistato su 4 (18%) li riconosce correttamente e due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa, mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto. La percezione sul grado di rischio di queste apparecchiature appare comunque elevata, anche tra chi non le conosce, per le conseguenze dannose che il mancato trattamento può avere sull’ambiente e per le sostanze inquinanti contenute in alcuni componenti.

A Ferrara e provincia, per lo smaltimento corretto dei raee secondo le normative vigenti, basta contattare il Settore Ambiente della Cooperativa Il Germoglio: “oramai una sicurezza” per imprese e privati, scherza Tania Gamberini, referente del settore insieme a Nicola Cirelli. La raccolta dei raee è “una delle attività storiche” di questo settore della cooperativa, insieme a quella di carta e cartone e allo smaltimento di ingombranti (per esempio armadi e scaffali) e alla raccolta e ritiro dei prodotti esausti della stampa elettronica (toner, cartucce e nastri per stampanti, fax e fotocopiatori). Il Germoglio è l’unica realtà sul territorio di Ferrara e Rovigo e relative provincie a fornire gratuitamente quest’ultimo servizio alle aziende pubbliche e private. Avete presente gli ecobox verdi che si vedono spesso negli uffici? Con ogni probabilità sono distribuiti e ritirati dalla cooperativa. Nel 2016 il Settore ambiente ha raccolto 51 mila kg di toner e 366 mila kg di raee.

Ma non è finita qui: l’obiettivo da raggiungere è ‘rifiuti zero’. Ecco perché ciò che viene raccolto spesso viene anche recuperato e riutilizzato, per esempio facendone arredi per i locali 381 del Settore ristorazione oppure, quando possibile, fornendo materiale per le attività dei Settori infanzia e minori. Tania mi mostra la legge regionale 16/2015, che non a caso si intitola “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata”: “più recupero significa meno smaltimento, che dovrebbe essere ‘l’estrema ratio’, solo l’ultima fase della gestione dei rifiuti, prima vengono: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero”. In più “noi qui differenziamo e smaltiamo separatamente anche ciò che non è possibile recuperare, riducendo al minimo l’impatto ambientale di rifiuti, come per esempio i toner o i raee, che se smaltiti a livello indifferenziato avrebbero un alto livello inquinante”. Ma in realtà Il Germoglio cerca di ridurre al minimo l’impronta ecologica in ogni aspetto della sua attività: “tutte le luci degli uffici e del magazzino di via Boito – la sede della cooperativa, ndr – sono state sostituite e ora sono a led, il 43% dell’energia che utilizziamo nelle nostre attività proviene da fonti rinnovabili, prodotta per esempio tramite gli impianti fotovoltaici che abbiamo realizzato qui e al nido Don Dioli fra 2008 e 2010”.

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Tania mi spiega poi che, proprio partendo dal tema dell’economia circolare, ora il Settore ambiente sta cercando di ampliare “l’attività più recente, quella dei prodotti rigenerati, anche attraverso uno shop online che sarà attivo sul sito della cooperativa entro la fine del 2017”. “L’elemento su cui dobbiamo fare ancora molta strada è l’importanza della componente della scelta ambientale”: “un toner rigenerato da noi costa circa il 50% del suo prezzo originale, se si acquistano i compatibili si scende al 15-20%”, spiega Tania, per questo è importante far aumentare la consapevolezza sulla loro pericolosità e l’importanza del loro recupero.
Una lavatrice, per esempio, può rappresentare una fonte d’inquinamento, per la presenza di sostanze dannose (come mercurio e PCB), ma se viene smaltita correttamente si possono ricavare molte materie prime utili. Da una lavatrice, composta in media per il 61% da ferro, per il 6,4% da plastiche di diverso genere, per l’1,7% da rame e per l’1,3% da alluminio, possono ‘rinascere’ 40 kg di ferro, pari a 19 pentole da cucina, 1 kg di alluminio, pari a 52 lattine, 1 kg di rame, con cui realizzare 2 metri di cavo elettrico e 4 kg di plastiche, con cui si potrebbe produrre una comoda sedia da giardino. Inoltre, il riciclo di una lavatrice permette di evitare l’immissione in atmosfera di 7,5 kg di anidride carbonica e il risparmio di 36,7 kWh di energia elettrica.

Inoltre, i prodotti de Il Germoglio – dalle bici con pedalata assistita alle lavatrici, ai pc, ai toner – hanno anche un altro valore aggiunto: “si fanno rientrare in circolo cose con un alto livello qualitativo, riducendo l’impatto ambientale e accrescendo invece l’impatto a livello sociale”.
Tutto il lavoro del Settore Ambiente viene svolto “con progetti di integrazione sociale” attraverso la legge 381 o la legge Smuraglia. Il Germoglio fa parte, infatti, del progetto regionale ‘Raee in carcere’, che permette di realizzare una parte del processo di trattamento-smontaggio dei raee provenienti dalle isole ecologiche e successivamente inviati agli impianti di trattamento rifiuti: “abbiamo due persone assunte in carcere che fanno tutto il lavoro di separazione dei materiali dei raee R2-grandi bianchi, le lavatrici per esempio”, spiega Tania. Nel solo laboratorio della casa circondariale di Ferrara dal febbraio 2010, anno della sua attivazione sono state assunte 12 persone e sono stati lavorati 1.584.782 kg di raee.
Quindi in un certo senso “si recuperano e si riattivano non solo le cose e i materiali, ma anche le persone” scherza Tania.

Per maggiori info
Il Germoglio-Settore Ambiente
ambiente@ilgermoglio.fe.it

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Redazione di Periscopio



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