Da Parigi, due Charlie di Damasco si raccontano agli studenti della città de Guercino
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da: organizzatori
Martedi 3 marzo gli studenti del liceo « G. Cevolani » di Cento (Fe) incontreranno due giornalisti siriani rifugiati alla Maison des journalistes di Parigi
Tarek Shekh Mousa è un giornalista siriano. Lavora come reporter per la televisione pubblica siriana e per diverse reti televisive. Si occupa di cultura, di cinema, di sport. E di politica, in modo critico. Non avrebbe dovuto farlo. Il regime di Assad si infastidisce e lo prende nel mirino. Tarek viene arrestato, e capisce presto che la sua unica via di salvezza è la fuga dal suo paese. Valica dunque i confini siriani e raggiunge la Giordania. Qui, continua a scrivere e a girare reportage. Continua a denunciare gli abusi del regime. Minacciato, viene arrestato dalle autorità giordane che lo accusano di terrorismo contro lo Stato. Per il semplice fatto di aver esercitato il suo mestiere. Tarek arriva in Francia nell’estate del 2014.
Mohammed Sha’ban si definisce un “palestinese della Siria”. È nato a Yarmouk, il campo profughi alla periferia sud di Damasco allestito nel 1957 per dare rifugio ai palestinesi in fuga dalle guerre arabo-israeliane. Scrittore, poeta, dopo gli studi in letteratura inglese Mohammed collabora come traduttore e scrive articoli di cultura. Nel 2011 fonda con alcuni amici “Yarmouk”, una radio e un sito web dove raccontare le condizioni dei rifugiati palestinesi all’interno del campo profughi. L’idea non piace al regime di Al Assad, che intima alla redazione di cessare ogni attività. Quando due dei suoi colleghi vengono uccisi, Mohammed capisce che deve lasciare la Siria. Si rifugia in Libano, dove continua a scrivere. Raggiunto da nuove minacce, a settembre del 2013 lascia definitivamente il Medio Oriente alla volta della Francia.
Arrivati in Francia, Tarek e Mohammed hanno trovato rifugio alla Maison des journalistes di Parigi (MDJ), un luogo unico al mondo che dal 2002 ha accolto oltre 300 giornalisti richiedenti asilo e rifugiati in Francia, provenienti da 57 Paesi del mondo. Una grande casa, a pochi passi dalla torre Eiffel, che offre accoglienza e sostegno a giornalisti, vignettisti, fotoreporter e blogger costretti all’esilio. La loro colpa, essere giornalisti laddove la libertà di stampa non é ammessa.
Martedì 3 marzo, presso il Salone di rappresentanza della Cassa di Risparmio di Cento, a partire dalle ore 11:00, Tarek e Mohammed incontreranno gli studenti del Liceo “G. Cevolani” di Cento (Fe), grazie a un collegamento in diretta via Skype con la Maison des journalistes di Parigi. L’incontro, che ha avuto il sostegno dell’Ordine nazionale dei giornalisti, rientra nell’ambito del progetto “Renvoyé spécial” (gioco di parole tra le espressioni inviato speciale e respinto speciale) lanciato dalla Maison des journalistes nel 2006 per portare nelle scuole francesi la testimonianza diretta dei giornalisti rifugiati e sensibilizzare gli studenti sui temi della libertà di stampa e di espressione e sull’importanza del pluralismo nell’informazione. Dal 2014, grazie al software Skype, “Renvoyé spécial” raggiunge anche le scuole d’oltralpe in un incontro interattivo che permette ai ragazzi di rivolgersi direttamente ai giornalisti.
“Per la Maison des journalistes – afferma Darline Cothière, direttrice della Maison des journalistes – questo incontro con gli studenti italiani rappresenta una tappa importante nel processo di sensibilizzazione iniziato nel 2006 col programma Renvoyé spécial. I drammatici fatti che hanno recentemente colpito la Francia e l’Europa richiamano ognuno di noi, e le giovani generazioni in particolare, alla responsabilità nel difendere i valori fondamentali della libertà di stampa e di espressione. Valori da non dare mai per scontati, ma da coltivare e mantenere vivi ogni giorno.”
“Questo progetto” sottolinea Cristina Pedarzini, Dirigente del Liceo “G.Cevolani” di Cento “è una grande opportunità per i nostri ragazzi; significa una presa di coscienza delle questioni che determinano la nostra contemporaneità storica, come la difficile e complessa situazione del Medio Oriente, e una riflessione sulla necessità di difendere i diritti essenziali della persona, in primis la libertà di espressione. Ringrazio, quindi, tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa: prima di tutto la Maison des Journalistes, il cui contatto è stato reso possibile grazie alle attività collaterali del progetto ESABAC, partito quest’anno nel nostro Istituto, la Cassa di Risparmio di Cento, sempre sensibile ai progetti del Liceo, e l’Ordine nazionale dei giornalisti”.
L’OPERAZIONE RENVOYÉ SPÉCIAL. Promossa dal 2006 dalla Maison des journalistes di Parigi, in collaborazione con il Centro di coordinamento dell’insegnamento e dei mezzi di informazione del Ministero dell’Educazione francese (CLEMI), e Presstalis, società commerciale che si occupa della distribuzione di tutti i quotidiani nazionali e di oltre l’80% delle riviste sul territorio francese, l’operazione Renvoyé spécial si articola in circa trenta incontri all’anno organizzati in licei e scuole superiori di tutta la Francia. Gli allievi e gli insegnanti si preparano ad accogliere il giornalista con un lavoro di approfondimento e studio del contesto storico-geografico, nonché di analisi della situazione libertà di stampa del paese di provenienza del reporter. La stampa locale assiste all’incontro in modo da assicurare una copertura mediatica dell’evento.
LA MAISON DES JOURNALISTES, UN RIFUGIO PER GIORNALISTI ESILIATI. La Maison des journalistes (MDJ) è un’associazione senza scopo di lucro, nata per accogliere giornalisti esiliati costretti a fuggire dal loro paese per aver perseguito la libertà di espressione. Nata nel 2002 per intuizione di due giornalisti francesi, Danièle Ohayon e Philippe Spinau, dal dicembre 2003 la Maison des journalistes è situata in una vecchia fabbrica di spazzole del 15° arrondissement di Parigi. Dalla sua apertura, la Maison ha accolto 300 giornalisti, provenienti da 57 paesi del mondo.
Il comune di Parigi è il primo sostenitore finanziario della MDJ, insieme all’Unione europea e ai numerosi media partners francesi e internazionali che, in questo modo, manifestano una solidarietà concreta verso i loro colleghi perseguitati.
Il primo compito della MDJ è quello di “riconoscere” questi giornalisti, sostenendo la loro “ricostruzione identitaria” nel contesto francese e europeo. La MDJ si offre dunque loro come primo riparo, un luogo dove possono trovare un tetto, essere ascoltati e incontrare colleghi che, come loro, hanno dovuto fuggire dall’oggi al domani e che vivono un periodo particolarmente difficile. Vittime di ferite fisiche e psicologiche, preoccupati della sorte delle famiglie lasciate d’improvviso, arrivano in una metropoli sconosciuta, molto spesso senza conoscerne la lingua.
La MDJ offre a questi giornalisti combattenti per la libertà di informazione un alloggio sicuro della durata di circa 6 mesi, il tempo generalmente necessario per ottenere lo status di rifugiato politico, e un sostegno psicologico, per chi ne senta la necessità. Un assistente sociale accompagna i giornalisti attraverso il difficile percorso amministrativo di regolarizzazione.
Disposta su tre piani, la MDJ mette a disposizione 14 camere, di cui una doppia e due pensate appositamente per i giornalisti vittime di gravi traumi fisici. Grazie alla collaborazione di insegnanti volontari, vengono organizzati corsi di francese di ogni livello, per residenti o ex residenti, negli spazi comuni della struttura. La MDJ si propone soprattutto come uno spazio di dialogo e conoscenza tra reporter, provenienti da differenti paesi e realtà etniche, religiose, politiche, accomunati dalla stessa passione per la verità e dalla stessa necessità di ricostruirsi.
L’OEIL DE L’EXILÉ. Attraverso il suo giornale online, “L’oeil de l’exilé”, “L’occhio dell’esiliato” (www.loeildelexile.org), viene offerta ai giornalisti l’opportunità di riprendere in mano la penna, la telecamera, il microfono, di continuare a esercitare il loro mestiere lontano dalle persecuzioni. Il portale, che ospita nello “spazio blogosfera” i blog personali dei giornalisti, è pensato come una vetrina rivolta al mondo dei media francesi e europei, un’occasione di promozione professionale. Un’équipe di traduttori volontari permette anche ai giornalisti non francofoni di scrivere e far conoscere le proprie storie, opinioni e professionalità.
L’OPERAZIONE RENVOYÉ SPÉCIAL. In associazione con il Centro di coordinamento dell’insegnamento e dei mezzi di informazione (Clemi) del Ministero dell’istruzione francese, la MDJ promuove dal 2006 il programma “Renvoyé spécial” (un gioco di parole tra inviato speciale e respinto), attraverso il quale i ragazzi delle scuole medie superiori di tutta la Francia hanno l’occasione di incontrare un giornalista esiliato. Un’opportunità per gli studenti per cercare di comprendere l’importanza della libertà di stampa e il suo prezzo, grazie alla testimonianza diretta di giornalisti provenienti da paesi dove il diritto all’informazione è minacciato.
PREMI E RICONOSCIMENTI. La Maison des journalistes è, a tutt’oggi, l’unica struttura al mondo ad accogliere giornalisti in esilio. Numerosi giornalisti, francesi e stranieri, visitano regolarmente questo luogo. Per la sua attività e il suo impegno, la Maison des journalistes e i suoi giornalisti hanno ricevuto negli anni diversi riconoscimenti, anche in Italia: uno per tutti, il Premio Ilaria Alpi nel 2010 e nel 2013.
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