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La cultura e l’arte ferrarese sono in lutto per l’improvvisa scomparsa dell’artista ferrarese “gentleman”, poeta, giornalista e critico d’arte Gabriele Turola. Ha saputo farsi amare da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo, compresa la sottoscritta, che si appresta a scrivere questo articolo con molto dolore. Era un artista del “sogno e del colore” che aveva frequentato il Liceo Classico Ariosto e l’Istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara. Grazie al padre Bruno, noto gallerista, ha potuto incontrare nel loro studio De Chirico, Morandi, Guidi e Carlo Levi. Numerosi i libri di poesie e gli articoli d’arte.
La sua pittura, pur essendo figurativa, rientra nella scuola delle avanguardie, in quanto recupera, con uno stile personale, la lezione del Futurismo, del Surrealismo, della Pop Art e dell’Arte Concettuale. Gabriele viveva in un mondo straordinario, in una realtà fuori dal comune, dove l’arte, come egli stesso era solito affermare, “è un gioco serio e molto importante. Il vero artista è un medico che, grazie alla medicina dei colori, diviene il guaritore delle anime tristi”.
Le sue opere sono un vero e proprio labirinto di riferimenti: alla poesia, alla letteratura, ai fumetti, al cinema. Sono costruite in maniera certosina, quasi ossessiva nella ricchezza dei particolari che raccontano un universo in bilico tra realtà e finzione, pieno di animali, presenze misteriose e personaggi vari.
Desidero citarne alcuni: il gigantesco Gioco dell’ Oca, che galleggia fra la Tour Eiffel e il Moulin Rouge; la Passeggiata del Mago, che tiene il Sole al guinzaglio come un cagnolino.
L’Unesco nel 2003 ha ricavato da un quadro di Gabriele Turola, dal titolo ” L’Arca di Noè”, una cartolina d’auguri tradotta in tutte le lingue e spedita in tutto il mondo.
Sarà l’amicizia con Lisa Ponti, figlia del noto Gio Ponti, che lo ospitava spesso nella sua casa milanese, a fargli conoscere artisti provenienti da ogni parte del mondo.
Bellissimo il catalogo “Fantasie del Mondo Naturale”, promosso dalla galleria torinese Biasutti & Biasutti, contenente racconti e opere dello stesso Turola.
Le sue opere non vanno solo viste, ma interpretate come espressioni di una visione cosmica che collega l’uomo alla bellezza e alla magia dell’ universo.
Numerosi artisti negli anni si sono pregiati di una delle sue critiche, e ora senza dubbio sentiranno il vuoto da lui lasciato. Arrivederci Gabri, spero che il paradiso sia come tu lo avevi dipinto. Un abbraccio.

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Laura Rossi

Curatrice e insegnante d’arte. Ha recensito vari libri e ha collaborato con alcuni mensili curandone la pagina dell’arte come “la cultura e l’arte del Nord-est” e la pagina dell’arte di Sport-Comumi. Ha curato la Galleria Farini di Bologna e tutt’ora dirige e cura a Ferrara la Collezione dello scultore Mario Piva. Ha ricoperto per circa dieci anni la carica di presidente della Nuova Officina Ferrarese, con decine di pittori e scultori fino agli inizi degli anni duemila. Sue critiche d’arte sono pubblicate sul “Dizionario enciclopedico internazionale d’arte contemporanea” 1999/2000


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