Skip to main content

da: ufficio stampa “Gruppo del Tasso”

Cristiano Cavina, penna genuina di Marcos y Marcos, crede fortemente che fare le pizze sia come amare qualcuno: «Deve venire facile e quando si inizia a faticare, vuol dire che c’è qualcosa che non va». Tanto che giovedì sera, alle 20, sarà lui lo scrittore che si siederà a un tavolo del ristorantino diCibo, in via Carlo Mayr 4, a raccontare La pizza per autodidatti. Il suo ultimo libro è come la sua vita, unisce mondi che sembrano lontani, tra segreti preziosi sull’impasto e aneddoti esilaranti. Ha il calore del suo sangue romagnolo, lo slancio delle sue avventure senza rete. Ha il gusto del lavoro ben fatto. E farà venire l’acquolina in bocca, accompagnato dai piatti creativi della Cheffa Maya, che mai hanno deluso qualcuno, anzi; chi li prova una volta non riesce a non tornare. Per l’occasione gli ingredienti della pizza e i sapori tipici della Romagna saranno i protagonisti indiscussi della cena.

Tra le pagine che Cavina sfoglierà insieme a Matteo Bianchi, curatore della rassegna “I giovedì diCibo”, patrocinata da Comune, Provincia e Ferrara “Terra&Acqua”, subito s’intende che il mestiere di pizzaiolo non se l’è scelto lui. All’inizio, tra panetti che facevano gli spigoli e sabati sera davanti al forno, invece che in discoteca con gli amici, era un calvario. Ma dopo vent’anni, con un impasto e un forno a legna può fare quello che vuole, anche bendato. Sforna pizze buone e leggere come uno sbuffo di farina. Con quattro o cinque foglie di tarassaco, e altrettante fette di pancetta. Con santoreggia e salame piccante, topinambur e salsiccia, squacquerone e rosmarino. Alla pizzeria Il Farro di Casola Valsenio, oramai è “il pizzaiolo quando c’è”. I giorni che non porta la legna a braccia per le scale, magari va a Roma per lo Strega, o sul palco di un festival incontra Doris Lessing con uno scialle uguale a quello di sua nonna. Per prendere parte alla serata è consigliata la prenotazione allo 0532/765997, www.dicibo.it

CRISTIANO CAVINA nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974; cresce in viale Neri, nelle case popolari, con sua madre, che l’ha cresciuto da sola. Ci vive ancora adesso. Made in Casola è il suo marchio di fabbrica, la firma in calce a tutte le sue mail. Scopre la magia della narrazione al bar, ascoltando i racconti dei vecchi; quando poi comincia a leggere libri, la sua strada è tracciata. Ama raccontare le cose che conosce da vicino: la sua infanzia in Alla grande (Premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi nei Frutti dimenticati (Premio Castiglioncello, Premio Vigevano, Premio Serantini, Selezione Premio Strega). Scavare una buca è ambientato nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio. Mentre il suo ultimo romanzo, Inutile Tentare Imprigionare Sogni nasce dall’esperienza di cinque anni di ITIS e rivela più che mai la sua voce forte e chiara, il suo sguardo ridente di narratore per natura.
Ancora oggi, dopo il successo dei suoi romanzi, a chi gli chiede che cosa fa nella vita, Cristiano risponde: il pizzaiolo. Che è un grande narratore possiamo dirlo noi, i suoi lettori sempre più numerosi, i librai che lo seguono da sempre, i critici più severi.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Riceviamo e pubblichiamo