da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
La vicepresidente: “Crescita sì, ma solidale”. E ricorda la nuova legge regionale su lavoro e inclusione e l’ipotesi, allo studio, di un reddito minimo.
“Il presidente Vacchi questa mattina ha giustamente chiesto alla Regione di pensare anche a chi, nonostante la ripresa e i dati positivi sugli investimenti d’impresa in Emilia-Romagna, è disoccupato, spesso anche da oltre dodici mesi. Accogliamo con favore questa sollecitazione”. Così la vicepresidente della Regione e assessore alle Politiche di Welfare Elisabetta Gualmini alle parole del presidente di Unindustria Bologna. “Siamo consapevoli – prosegue – che in regione ci sono uomini e donne, oltre i 50 anni, che fanno fatica a rientrare nel mercato del lavoro. Sono persone con figli a carico e magari chiamati ad occuparsi anche di genitori anziani, la famosa ‘generazione Sandwich’ schiacciata da esigenze di cura pesantissime e per di più senza lavoro”.
“A queste persone – aggiunge Gualmini – è rivolta la nuova legge regionale su lavoro e inclusione approvata lo scorso mese di luglio e firmata da Bianchi e dalla sottoscritta, che destina circa 20 milioni all’anno per il reinserimento lavorativo delle fasce deboli. Non solo: stiamo anche studiando la sostenibilità di un reddito minimo regionale, una misura di contrasto alla povertà per persone a bassissimo reddito. A fine ottobre avremo gli esiti dello studio di fattibilità. Questa – conclude la vicepresidente – è la nostra scommessa politica più importante: spingiamo e favoriamo la crescita, ma stiamo attenti che nessuno rimanga indietro. Crescita sì, ma solidale”.
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