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Crisi: 29 luglio, giornata in difesa del grano Italiano

Articolo pubblicato il 27 Luglio 2016, Scritto da COLDIRETTI

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Ufficio Stampa Coldiretti

PREZZI DEL GRANO CROLLATI AL DI SOTTO DI QUELLI DI 30 ANNI FA

Esplode la protesta degli agricoltori italiani per le speculazioni che hanno dimezzato le quotazioni del grano portandole su valori più bassi di 30 anni fa, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superfice agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese.
Gli agricoltori di Coldiretti Emilia Romagna appoggiano con la loro solidarietà i colleghi delle regioni che venerdì 29 luglio lasceranno le campagne per cingere d’assedio con i loro trattori molte città italiane, da Alessandria a Palermo, da Potenza a Bari e a Termoli, con lo slogan “no grano, no pane!” e con la presentazione del dossier Coldiretti su “La #guerradelgrano”.
Secondo Coldiretti Emilia Romagna, serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario stendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.
Solo in Emilia Romagna – informa Coldiretti – sono 30 mila le aziende agricole messe a rischio dal crollo dei prezzi del grano diminuiti del 42% rispetto al luglio del 2015. Oggi il grano duro per la pasta – continua Coldiretti Emilia Romagna – viene pagato anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro delle 30 mila aziende agricole che producono 357 mila tonnellate di grano duro e 782 mila tonnellate di grano tenero su una superficie di quasi 200 mila ettari. A rischio non è solo la loro esistenza, ma anche il territorio agricolo regionale, che rischia la desertificazione, e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione made in Italy.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani