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da: ufficio stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Nel week-end di Pasqua l’Emilia-Romagna ha registrato quasi il tutto esaurito. Si legge sul sito dell’Apt Servizi che ci sono state “circa 170mila presenze nei 950 hotel aperti sulla costa, con permanenza media di due notti e mezzo e occupazione tra l’85% e il tutto esaurito, e 120mila visitatori nei parchi divertimento aperti” e che risultati di pari livello ci sono stati anche in montagna, nelle città d’arte e nelle località termali. (fonte: http://www.aptservizi.com/portfolio/ponte-di-pasqua-da-tutto-esaurito-per-il-turismo-dellemilia-romagna/). Nel 2015, secondi i dati dell’Osservatorio regionale sul turismo (fonte: http://imprese.regione.emilia-romagna.it/turismo/temi/osservatorio-regionale-sul-turismo/osservatorio-sul-turismo-dellemilia-romagna-il-turismo-in-emilia-romagna-nel-2015), in Emilia-Romagna c’è stato un incremento del 3,2% delle presenze, che sono state oltre 46 milioni. Numeri che fanno ben sperare per il futuro e che richiedono una progettazione dell’offerta con tutti gli specialisti in grado di dare una mano, in modo tale da strutturare un turismo che sia sostenibile e dia sviluppo durevole.
Lo studio degli aspetti psicologici del turismo ha origini lontane: grazie a una rete scientifica attivatasi tra varie Università italiane è nato nel 1984 il Comitato Scientifico nazionale interdisciplinare “Psicologia del Turismo”. La psicologia del turismo focalizza la propria attenzione sui comportamenti delle persone in vacanza, sulle intenzioni e motivazioni che spingono gli individui a viaggiare, sulle interazioni fra turisti e residenti e sui processi decisionali che portano alle scelte di vacanza.
Il 30 gennaio scorso si è svolto presso il convento San Domenico a Bologna un convegno promosso dall’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna dedicato a questi temi. Ora, con il coordinamento del Consigliere Dott. Stefano Pasqui, l’Ordine ha avviato anche un gruppo di lavoro che coinvolge anche gli iscritti incentrato sulla psicologia del turismo al fine di sviluppare possibili proposte di intervento da sottoporre alle Istituzioni.
Ci si è chiesti: che cos’è turistico? Esistono i luoghi turistici? Ci sono oggi svariati tipi di turismo. C’è chi viaggia semplicemente per andare al mare o in montagna, chi si reca sui luoghi di un film, chi decide di visitare i territori di produzione di un vino o di un prodotto tipico e anche chi viaggia per commemorare le vittime del nazifascismo. Solo per fare qualche esempio. Il luogo scelto è espressione della soggettività del viaggiatore, anche se ciò che la maggior parte delle persone cerca è staccare dalle propria quotidianità, entrare in una dimensione nuova che permetta di vivere nuove esperienze di conoscenza favorendo la creatività. È importante individuare le specificità che caratterizzano i luoghi che vengono percepiti come rigenerativi e quindi come preferibili rispetto ad altri. Gli ambienti scelti come meta dal turista per rispondere ai bisogni di salute psicologica dovrebbero consentire infatti un’evasione dalla quotidianità, essere affascinanti e belli da vedere, essere coerenti nell’armonia degli elementi caratterizzanti, favorire l’esplorazione e assecondare possibilmente inclinazioni e desideri.
È infatti fondamentale l’approfondimento psicologico dell’intreccio tra salute, turismo e cultura intesi come fattori di prevenzione e recupero dai problemi causati oggi da stress e crisi economica per promuovere un turismo fonte di benessere. La relazione tra persona e ambiente è l’elemento centrale dell’industria turistica, sono quindi molteplici gli elementi da tenere presenti per strutturare un ambiente rispondente alle attese di colui che sceglie di viaggiare.
Occuparsi di turismo oggi dovrebbe comportare il superamento di una visione unicamente geografica o economica, considerando anche altri elementi propri del sapere psicologico, come le motivazioni e i comportamenti delle persone, determinati da situazioni emotive, affettive e sociali che si influenzano reciprocamente e si sovrappongono. Coniugare il fare turismo con il benessere psicologico significa prendere in considerazione soprattutto la soddisfazione del turista, le intenzioni e le motivazioni che spingono gli individui a viaggiare, il rispetto dell’identità dei possibili luoghi scelti come meta e la salvaguardia della cultura e della popolazione locale.
Solo promuovendo percorsi di progettazione partecipata tra i vari attori quali operatori turistici, visitatori, locali, ecc. e gli specialisti del settore, anche psicologi, si può offrire un turismo che preservi il territorio e mantenga un buon rapporto tra chi è di passaggio e chi risiede nelle località. L’obiettivo, poi, può dirsi pienamente raggiunto quando vi è anche un’ottima “customer satisfaction”, ovvero il viaggiatore è felice della propria scelta. La soddisfazione del turista non dovrebbe essere solo un processo che inizia con la partenza e termina con il ritorno, ma dovrebbe anche continuare per un tempo indefinito, ogni qual volta venga ricordata quella particolare esperienza di viaggio.

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