Credito: “Necessario allungare i tempi per la restituzione del debito”.
La Regione chiede nuove regole di fronte all’emergenza Covid
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Credito. La Regione chiede nuove regole di fronte all’emergenza Covid. L’assessore Vincenzo Colla: “Necessario allungare i tempi per la restituzione del debito, per evitare drammatiche conseguenze su imprese, autonomi e privati. Chiederemo al Governo di attivarsi in Europa”
Oltre 450 mila imprese in Emilia-Romagna interessate dal provvedimento. Le preoccupazioni lanciate dal presidente dell’Abi Patuelli di fronte all’entrata in vigore dei nuovi parametri di default bancario dal 1 gennaio 2021
Bologna- “Come Regione Emilia-Romagna chiederemo formalmente al Governo di attivarsi perché l’Europa ammorbidisca le nuove regole sul credito”.
Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro, fa propria la preoccupazione di Antonio Patuelli, presidente Abi ( Associazione bancaria italiana), che nelle scorse ore ha lanciato l’allarme in vista dell’entrata in vigore dei nuovi parametri di default, secondo cui dal prossimo 1 gennaio diventeranno inadempienti verso le banche imprese e privati che presenteranno arretrati di pagamento per oltre 90 giorni rispettivamente a partire da 500 e da 100 euro.
Il motivo di questo cambiamento è legato alle nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in default e, in particolare, al Regolamento delegato (n. 171 del 19 ottobre 2017), che ha fissato nuoviparametri della soglia di rilevanza per il sistema bancario, rendendoli ancora più stringenti rispetto a quelli adottati in questi anni dalle banche italiane. Pur mantenendo invariata la situazione debitoria dunque, con queste nuove regole più rigide, le imprese potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di default.
“Questa lunga crisi pandemica impone di prevenire possibili motivi di ulteriori tensioni e difficoltà per famiglie e imprese- afferma Colla-. È fondamentale intervenire subito affinché le conseguenze di una situazione gravissima e assolutamente inedita come quella che stiamo vivendo non si scarichino sulle comunità già fortemente provate, attraverso uno stillicidio di piccole imprese, autonomi e privati. Ricordo che delle oltre 450 mila imprese registrate (390 mila attive al 30 settembre) di questa regione più del 50% opera con il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario. Con il nuovo regolamento e alla luce del lockdown, queste imprese nel nuovo scenario economico a breve diventerebbero soggetti a rischio. Dobbiamo evitare in tutti i modi sulla nostra economia un effetto domino, che a questo punto rischierebbe di rendere molto ardua una ripresa, con inevitabili drammatiche ricadute anche sul piano sociale”.
Nel terzo trimestre del 2020, quello estivo, segnato dalla ripresa di tutte le attività, la base imprenditoriale aveva tenuto, secondo i dati del Registro imprese delle Camere di commercio, forniti da Unioncamere Emilia-Romagna. Gli effetti della pandemia erano evidenti solo se si esaminavano separatamente i flussi dell’anagrafe delle imprese, non ancora nei saldi.
Rispetto allo stesso trimestre del 2019, le iscrizioni (4.575) erano leggermente diminuite, mentre le cessazioni erano state solo 3.770, con un calo dello 0,7%.
“Ora di fronte alle nuove regole imposte dal lockdown- precisa l’assessore- la situazione si presenta sicuramente più problematica”.
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