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Di corse e villanie le audaci imprese io canto. Nell’anno ariostesco di necessità si registra una delle più spaventose avventure che ignari e di solito civili cittadini possano sperimentare.
Abito in una delle vie più belle di Ferrara: palazzi meravigliosi, chiese, musei sfilano in quella strada che un tempo era l’ingresso dei cortei papali e imperiali. Attraverso la ‘ripa grande’ si arrivava nel cuore della città: al Castello e al Duomo. Ora la stessa via è pista rombante per nuovi mostri, gli ippogrifi del nostro tempo, le auto, i cui cavalieri – chiamiamoli così per non essere poi citati in giudizio – si sentono in dovere (ne va della loro nobiltà e coraggio) di percorrerla a velocità proibitiva, mentre i poveri abitanti rischiano infarti e catastrofi nel tentativo di passare sulle strisce (si badi sulle strisce).

La cosa si trascina da anni nonostante ogni tanto appaiano quali presenze celesti vigili e vigilesse di fronte ai quali i cavalieri diventano agnellini. Purtroppo però un bel gioco dura poco e la strada, in loro assenza, è di nuovo riconsegnata alla feroce aggressività dei Gano di Maganza.
Ier sera compostamente attendo di passare con la cagnolina sulle strisce, mentre ridanciani guidatori spesso col telefono all’orecchio mi guardano sprezzanti. Alla fine tento mentre un mostro s’inchioda a 5 cm dalla striscia. Non ci vedo più e comincio ad imprecare. Quello mi guarda ridanciano e mi dice: “Ma cosa vuole? Non mi sono fermato?” Inghiotto bile e saliva e passo dirigendomi verso più verdi e tranquilli pascoli.

Se si multano i pelosi che passeggiano al guinzaglio con i loro padroni in zone proibite, a questi ridicoli matadores cosa si dovrebbe fare? Multarli di 1000 euro?
Invoco quindi l’autorità costituita, che oltre tutto abita nella stessa via, affinché s’installino dissuasori, si mettano misuratori di velocità, si renda una via al suo fascino e alla sua qualità.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it