Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna
Gabriele Fervari, piacentino di Caorso, classe 1990, oggi si è recato a Mantova per donare il sangue, dando il suo contribuito all’unica terapia al momento conosciuta ed efficace, contro il Coronavirus. Gabriele non è l’unico donatore emiliano romagnolo costretto ad andare in un’altra regione per dare il suo contributo alla lotta alla pandemia, ma il suo gesto si scontra con una scelta di campo della Regione Emilia Romagna che rischia di essere di ostacolo alla vittoria sul Covid 19.
Sul tema, nei giorni scorsi, era intervenuto anche il capogruppo della Lega Emilia Romagna, Matteo Rancan.
“E’ paradossale che ex malati di Covid emiliano-romagnoli, oggi guariti, siano costretti ad andare in Lombardia per poter donare il loro plasma e salvare, così, tante altre vite umane”. Il professor Giuseppe De Donno, primario presso il Reparto di Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, “padre” della terapia al plasma-iperimmune, nei giorni scorsi aveva pubblicamente ringraziato altri due donatori, Marco e Giusi, rispettivamente Oss e medico, che si sono recati a Mantova per donare il sangue, dopo essere guariti dal Covid. “E’ imperdonabile il ritardo col quale la Regione Emilia-Romagna sta indugiando rispetto all’introduzione di una terapia richiesta in tutto il mondo e grazie alla quale, secondo De Donno “si sarebbero potute salvare la metà delle 34mila vite che il Covid si è portato via in questi tre mesi” conclude Rancan invitando la Regione Emilia Romagna a prendere esempio dal gesto di Gabriele. Il capogruppo della Lega, assieme alla consigliera del Carroccio Valentina Stragliati hanno poi ricordato che “tutta l’Emilia Ovest, e, in particolare, la provincia di Piacenza con i suoi 1.000 morti e oltre 4.500 contagiati da Coronavirus, risulta fortemente penalizzata dal progetto Covid Intensive Care presentato dall’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini” hanno denunciato i Consiglieri Regionali Matteo Rancan, capogruppo, e Valentina Stragliati.
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