Coronavirus, Nursing Up, Piano Vaccini: il Sindacato Nazionale Infermieri invia proposta piano operativo al Commissario all’Emergenza, il Generale Figliuolo. De Palma: «Coinvolgere subito gli infermieri dipendenti, possiamo immunizzare gli italiani in un periodo dai 2 agli 8 mesi»
ROMA 8 MAR 2021 – «Occorre una svolta, decisiva e immediata, nel piano vaccini. Per questa ragione informiamo gli organi di stampa che, a seguito dei contatti intercorsi con l’entourage del Generale Figliuolo, nuovo Commissario Straordinario all’Emergenza Sanitaria, abbiamo inviato nelle ultime ore una nostra proposta che prevede il coinvolgimento concreto degli infermieri dipendenti . Parliamo di quelli che non sono già impegnati nel lavoro straordinario per le ASL . DOVREBBERO ESSERE Oltre 100mila e aspettano da tempo solo di essere “chiamati alle armi”».
Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, ci illustra piano per una vaccinazione di massa, estremamente “maneggevole”, che nel periodo tra 2 e 8 mesi, dipenderà dalle scelte della struttura commissariale e dalle risorse economiche a disposizione, dovrebbe permettere di immunizzare tutti gli italiani.
I vertici del sindacato, da sempre vicini non solo alla causa degli infermieri ma anche e soprattutto a quella dei malati e dei pazienti, hanno pensato di interpellare direttamente il Generale Figliuolo con la speranza che finalmente, dopo “gli orrori” del piano Arcuri, si possa mettere in atto una sinergia concreta tra le parti in causa, ovvero struttura commissariale, Governo, Regioni e quei sindacati che conoscono fin troppo bene le potenzialità professionali degli infermieri, la categoria in assoluto più esposta al rischio dal primo giorno di questa pandemia, quella che più di altre è stata capace di reggere il peso dell’emergenza, ma anche quella che possiede le qualità e gli strumenti per consentire all’Italia di uscire fuori dall’incubo entro l’anno in corso.
Ecco i punti nodali della proposta.
– Lavoro di squadra tra infermieri dipendenti, centri unici prenotazione regionali, strutture ASL che già operano nel contesto vaccinale e Protezione Civile. Obiettivo: immunizzazione di massa a partire da aprile 2021.
– Possibilità di vaccinare gli italiani anche “porta a porta”, attività che potrebbe essere agevolata dal sostegno delle forze armate o la protezione civile secondo le indicazioni meglio dettagliate nel piano.
– PREVISTE 86 milioni di somministrazioni circa (prima e seconda dose). Questo numero, che può aumentare in base al bisogno, tiene conto dei numeri necessari per raggiungere 115 milioni di somministrazioni di vaccino al netto delle somministrazioni già effettuate e di quelle che continueranno ad effettuare le strutture delle asl già operative sul territorio.
CHI METTERA’ IN ATTO GLI OBIETTIVI: Ci sono oltre 256 mila infermieri dipendenti del SSN. Di questi ultimi, sempre indicativamente e di media, oltre 100 mila non svolgono prestazioni extra ordinarie, questo significa che tali professionisti possono mettersi a disposizione “dopo il loro orario di servizio”, per garantire la presenza nei centri vaccinali o per recarsi a domicilio (nel caso del sotto progetto ipotizzato).
Sono loro il perno della missione, e sono pronti a raccogliere le redini operative del piano vaccini, coadiuvando i volontari della protezione civile e i medici di base (questi ultimi riescono a garantire solo 5 milioni di somministrazioni, secondo le previsioni del recente accordo Governo-Regioni). Tra gli infermieri pubblici dipendenti circa 30000 operano già sul territorio e lo conoscono bene.
COME RAGGIUNGERE L’IMMUNITA’ DI MASSA IN BREVE TEMPO: Nursing Up propone, declinandone le specifiche tipologie realizzabili, la creazione di specifici centri vaccinali smart, oltre alle attività RESAE direttamente al domicilio del cittadino. Vengono pertanto dettagliati gli obiettivi raggiungibili: un numero complessivo di somministrazioni pari a 86.400.000, che possono essere incrementate considerevolmente o diminuite ( il progetto è elastico), in base ai numeri prodotti dalle asl, dai medici di famiglia e specializzandi, e dagli altri soggetti che operano per le asl.
Il progetto potrebbe realizzarsi in tempi inferiori rispetto a quelli previsti ed a costi che potrebbero scendere anche sotto il 40 % delle cifre sopra ipotizzate .
Infatti l’obiettivo numerico di somministrazioni attese, potrebbe essere ridotto a circa 35.000.000 di somministrazioni , in luogo delle 86.400.000 ipotizzate (con conseguente riduzione dei costi).
Infatti, nel caso di riduzione dell’obiettivo numerico delle somministrazioni, all’obiettivo del numero delle inoculazioni prefissato dovrà essere portato in detrazione il numero coincidente con la massa di vaccinazioni che il sistema riesce già ad effettuare attraverso i centri vaccinali delle ASL (quelli operativi alla data di attivazione di questo programma), nonché i numeri di vaccinazioni attese, che discenderanno dalle attività di somministrazione erogate dalla protezione civile e dal sistema di volontariato (almeno 20 milioni). Inoltre , il numero di somministrazioni attese dovrà essere ulteriormente ridotto tenendo conto di quelle che saranno in grado di effettuare le 7336 unità di personale (2514 infermieri, 4678 medici e 144 assistenti sanitari), ingaggiate tramite il bando Arcuri, che secondo lo stesso Commissario, con nota ascritta sul DL Sostegni, dovrebbero essere pari a circa 60 milioni di vaccinazioni.
FONDI: in piccola parte ci sono già ! Abbiamo quelli delle prestazioni aggiuntive, ovvero 50 euro lordi l’ora, li prevede il comma 464 della finanziaria 2021. Fin ora non sono stati utilizzati, e sono pari a 100 milioni per il 2021 e 100 se necessario per il 2022. Gli infermieri vanno pagati con questi fondi, i professionisti vanno retribuiti adeguatamente, e non accettiamo in alcun modo “vie traverse” e pericolosi contentini.
Il costo complessivo di tutta l’operazione, se si opta per il numero massimo di vaccinazioni previste, assicurerebbe anche prestazioni a domicilio per persone anziane e/o che non possono muoversi da casa, è di poco più di 700 milioni di euro, che potrebbe scendere fino a poco più di 400 milioni di euro se il resto delle strutture che si occupano della macchina vaccinale mantengono le loro promesse. Nulla se si pensa a quello che c’è in ballo e agli enormi benefici che i cittadini italiani ne trarrebbero.
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