Coraggiosa: dalla canapa alla vongola, valorizzare e innovare la produzione ferrarese, con uno sguardo ai cambiamenti climatici
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Da: Ufficio Stampa Ferrara Coraggiosa”
La provincia di Ferrara, palmo a palmo, incontrando piccole realtà produttive in espansione, ma anche in difficoltà, senza i grandi proclami dai palchi o davanti alle telecamere, ma in rispettoso ascolto dei cittadini per le strade, nei luoghi di aggregazione, nelle associazioni. Questa è la campagna elettorale ferrarese di Elly Schlein, capolista e degli altri candidati di Emilia – Romagna Coraggiosa Angela Alvisi, Flavio Romani e Leonardo Grassi alle elezioni amministrative regionali del 26 gennaio.
Questo inizio di settimana i candidati sono stati, assieme agli attivisti di Coraggiosa, a conoscere l’eccellenza della Farmacia di San Carlo, professionisti nella preparazione di farmaci personalizzati, un riferimento a livello nazionale per i medicinali a base di cannabis terapeutica. Un esempio di attività famigliare che ha saputo innovarsi ed espandere il proprio mercato, rimanendo nel territorio e assumendo giovani.
Per Leonardo Grassi “bisogna iniziare a fare discorsi onesti e non strumentali sull’impiego della cannabis: l’OMS ha inviato una raccomandazione all’ONU riconoscendo le sue proprietà terapeutiche. Oggi viene riconosciuta a carico del Sistema Sanitario Regionale, ma solo per la terapia del dolore neuropatico e per la sclerosi multipla. Va estesa, soprattutto per quel che riguarda le molteplici applicazioni nei campi in cui anche il CBD (uno dei principi attivi non psicotropi della pianta) si è dimostrato molto efficace e non impattante sull’organismo, a differenza di altri medicinali. Noi proponiamo di investire nella formazione e informazione dei medici di
base e degli specialisti del sistema pubblico per garantire la conoscenza dell’impiego della cannabis terapeutica, e per renderli consapevoli e liberi di scegliere le terapie migliori insieme ai loro pazienti. Vogliamo riaprire il tavolo regionale con medici, farmacisti e pazienti e verificare la possibilità con il Ministero di avviare la produzione locale emiliano romagnola, estendendo ai privati l’approvvigionamento ora garantito a livello nazionale solo dal Farmaceutico Militare di Firenze. Infine vogliamo sostenere la ricerca pubblica: negli USA numerosi studi dimostrato una diminuzione dell’uso di oppiacei, e di costi per il sistema sanitario.”
Dall’Alto al Basso ferrarese, i quattro candidati hanno poi incontrato il Consorzio dei Pescatori di Goro, approfondendo con loro l’attuale situazione del comparto della pesca e dell’allevamento di mitili e del delicato contesto sociale ed economico della zona, che vive da anni progressivo spopolamento, chiusura di negozi e presìdi comunitari, abbandono scolastico e accusa la lontananza dell’ospedale lontano. “Il cambiamento climatico – dichiara Angela Alvisi – mette a repentaglio l’intero sistema della Sacca. Per questo il tema della preservazione e ripristino degli ecosistemi assume per la nostra lista una centrale importanza, non si tratta solo d proteggere piante ed animali, ma di tutelare un intero sistema economico, e di valorizzare ogni potenzialità delle comunità che ci vivono, dando strumenti per moltiplicare e differenziare gli ambiti di sviluppo e occupazione”.
Tornando a Ferrara è stato poi il momento di incontrare alcuni imprenditori impegnati nel rilancio della canapa: secondo Flavio Romani “per la provincia di Ferrara la coltivazione della canapa, e l’utilizzo di tutta la pianta (dalle infiorescenza alle radici) potrebbe essere al centro del rilancio di una nuova economia a base agricola. Gli usi sono innumerevoli, che vanno oltre quelli conosciuti tradizionalmente nella nostra provincia fino agli anni 60. Non solo tessile quindi, ma impiego nell’edilizia, come biomassa per la produzione di energia, per la cosmetica e per l’alimentazione. Certamente la criminalizzazione di questi imprenditori, che producono e vendono prodotti che non hanno effetti psicotropi, da parte di Salvini e della destra ha già fatto troppi danni. In nome
dell’ideologia proibizionista e della stigmatizzazione di una pianta si è messo a rischio un settore che aveva prodotto 12.000 posti di lavoro in tutta Italia, e che oggi ha perso il 60% del sui indotto”.
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