Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata internazionale del lavoro.
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Comunicato stampa.
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata internazionale del lavoro intende ripercorrere i momenti più significativi di tale ricorrenza, ricordare l’impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti dai lavoratori dopo anni di lunghissime battaglie.
Le origini di tale giornata sono da ricercare nelle prime lotte operaie durante la rivoluzione industriale.
Nello Stato dell’Illinois, negli Stati Uniti, i Knights of Labor, i cavalieri del lavoro, alla fine del 1800 si battevano per i diritti dei lavoratori i quali chiedevano la riduzione dell’orario di lavoro. Il 1° maggio del 1886, in uno dei tanti scontri tra polizia e movimento operario, furono uccisi dei manifestanti e la lotta finì drammaticamente nel sangue.
Tre anni dopo, il 20 maggio del 1889, Parigi ospitò il congresso della Seconda Internazionale per spingere simultaneamente tutti i Paesi a chiedere alle pubbliche autorità di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. Quando si passò a decidere la data per istituire la giornata del lavoro, la scelta cadde sul 1° maggio per commemorare la strage di lavoratori avvenuta nel 1886 negli Stati Uniti.
Nello stesso periodo l’Italia viveva la fase più acuta dei moti per il pane, culminati con il tragico epilogo del 1898 a Milano.
In Italia la Festa del 1° maggio fu introdotta nel 1891. Nel 1923, sotto il regime fascista, la giornata celebrativa fu abolita e, anzi, confluì nel Natale di Roma, 21 aprile, leggendaria data di fondazione della capitale, nel 753 a.C.
Solo dopo due anni dalla fine della II Guerra mondiale, nel 1947, la Festa del lavoro divenne ufficialmente festa nazionale.
Per quanto riguarda gli altri Paesi, già agli inizi del ‘900 la festa superò gli originari confini francesi e iniziò ad essere rivendicata e celebrata in tutti i Paesi dove gli operai erano impegnati nelle lotte per il riconoscimento dei loro diritti. Quindi, nonostante la reazione repressiva di molti governi, il 1° maggio ottenne un’altissima adesione.
Oggi, come ieri, il 1° maggio è una giornata celebrativa che coniuga il sapore della festa per i molti traguardi raggiunti e l’originario carattere di lotta e di mobilitazione delle categorie più svantaggiate che vedono ancora lontani i loro diritti e la loro stabilità lavorativa.
“L’Italia si cura con il lavoro”, è lo slogan che quest’anno hanno scelto Cigl, Cisl e Uil. Un messaggio chiaro e diretto che la dice lunga sulle conseguenze che la pandemia ha avuto sull’Italia.
Per il secondo anno consecutivo, purtroppo, non ci saranno le tradizionali manifestazioni di piazza sia a livello nazionale che territoriale. Ci saranno, però, su Rai 3 appuntamenti importanti con collegamenti con l’Acciaieria di Terni, con il sito Amazon di Rieti e con l’ospedale dei Castelli in provincia di Roma.
E Infine, la diretta del Concertone del 1° maggio dall’Auditorium Parco della Musica a porte chiuse. Il concerto darà anche spazio alle riflessioni dei leader di Cigl, Cisl e Uil e testimonianze di lavoratori, lavoratrici e pensionati.
Il CNDDU tiene a sottolineare l’importante valore storico, sociale, economico e politico di tale giornata e intende ricordare che l’articolo 1 della Costituzione italiana fissa in modo solenne quello che fu il risultato del Referendum del 2 giugno 1946:
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. L’Italia è stata costruita, edificata, originata sul fertile terreno della produzione operosa di un popolo, il nostro.
Il Lavoro è allo stesso modo riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23:
Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Nessun popolo e nessun Paese possono vivere il presente e pensare al futuro se l’attività lavorativa è carente, precaria, inadeguata, non tutelata.
L’emergenza sanitaria ha creato nuove fratture nel già fragile settore lavorativo. La disoccupazione ha certamente colpito più le donne e ha accentuato i disagi del popolo dei precari.
Anche per questo dobbiamo dare al 1° maggio l’attenzione che merita.
Occorre unire le forze, progettare, ripartire.
Occorre investire, creare nuove possibilità ed essere presenti e reattivi in questo complesso periodo storico che ha colpito duramente tutti.
Invitiamo i docenti della scuola secondaria di I e II grado a ricordare ai propri studenti l’importanza della festa del lavoro e a ripercorrere le origini di questa importante giornata che vede tutti i lavoratori di tanti Paesi impegnati a lottare e difendere i propri diritti.
Oggi alcune basilari conquiste sociali rischiano di nuovo di essere messe in discussione, anche per questo è opportuno consolidare i traguardi attraverso l’impegno di tutti, compreso quello dei giovani.
Il lavoro non è solo un modo per guadagnarsi lo stipendio, ma anche un modo per sentirsi utili e apprezzati. La dignità del lavoro deve essere sempre tutelata e la dignità del lavoratore non deve mai essere messa in discussione. Questo è l’humuse il senso più profondo che nutre, sostiene e fa crescere e andare avanti la Festa del 1°maggio.
E queste sono le idee da trasmettere ai nostri ragazzi futuri lavoratori del vicino domani.
L’hashtag della giornata è #Illavoroèdignità
“La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verità. La prima l’ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora.” Khalil Gibran
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