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La mamma aveva problemi psichiatrici ed era in forte difficoltà a occuparsi dei bambini che, una volta diventati adolescenti, si sentivano feriti per quel mancato appoggio, per quel ruolo educativo che nella mamma non avevano mai trovato. Nessun bambino nasce in una famiglia o in un mondo perfetto, ma riconoscere le speciali ammaccature della propria condizione non è cosa da poco.

Ninna-ò della mamma

Ninna nanna ninna-ò
questa mamma a chi la do?
La darò allo psichiatra
bello più di Frank Sinatra
La darò all’assistente
che non conta quasi niente
La darò al carabiniere
con un calcio nel sedere
O la tengo un poco matta
tutta intera, come è fatta.
Tale e quale come è
a star sotto tocca a me.

Assumere decisioni sulla tutela dei bambini è quasi più facile in casi estremi, dove tutto è chiaro, e magari l’incapacità è data da scelte dei genitori. Quando invece le mancanze derivano da una condizione di salute, e perciò sono del tutto indipendenti dalla volontà dell’adulto, è molto più spinoso intervenire. Occorre tutelare diritti diversi e in conflitto tra l’altro: da un lato il diritto alla relazione genitori-figli, dall’altro il diritto dei bambini di ricevere ciò di cui hanno bisogno per crescere.
Son quei casi in cui gli interventi di sostegno da parte della rete parentale – o, in sua assenza, da educatori domiciliari, vicini di casa, famiglie di supporto… – possono diventare la compensazione per ciò che manca.
In alternativa, sono i piccoli ad occuparsi dei genitori. Non che proprio ci siano maltrattamenti o abbandoni, ma una buona inversione di ruoli, quella sì.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, esce su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Elena Buccoliero



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