È stata commovente l’udienza con questa bambina che viveva felice nella famiglia affidataria ma non per questo aveva dimenticato la mamma, tutt’altro! Avrebbe dovuto vederla regolarmente insieme all’educatrice, la mamma però spesso non si presentava senza nemmeno avvisare. La piccola ne soffriva molto, si rendeva conto che la mamma era in difficoltà e non era in grado di occuparsi di lei. Così, prima di venire in udienza, ha escogitato una brillante soluzione.
Una bimba in affido
Cara Mamma,
prima di fare la nanna
la tua bimba ti dice
quel che la fa felice.
Ora che non ci sei
vivo con mamma Elisa
che mi tiene con lei.
Un po’ mi sento divisa.
Io ti ricordo eccome
ma adesso gioco e rido
e scrivo il mio nome
e dei grandi mi fido.
Ho imparato a parlare,
a fare bei disegni
dormo senza tremare
e mantengo gli impegni.
Per esempio vado a scuola
e mangio un po’ di tutto.
Quando piango, lei mi consola
in un abbraccio e io mi butto.
Ho imparato a capire
che cosa mi fa male:
la cioccolata, non dormire
e il dolore speciale
di stare lì in attesa
di te che non arrivi
e io mi sento appesa,
e tu nemmeno mi avvisi.
Tu non mi dai risposta
però ti voglio bene
perciò ho una proposta
che forse ti conviene:
vuoi essermi sorella
finché diventi grande?
Elisa è buona e bella
e ha un cuore gigante.
Uno dei compiti fondamentali della giustizia minorile è ascoltare i bambini, i ragazzi, dai 12 anni in avanti. Spesso già dai 9-10 anni, se si ha notizia che sono in grado di parlare di sé. È ciò che prevede la Convenzione di New York sui diritti dei minori, siglata dall’Onu e legge per lo Stato italiano, ed è un passaggio essenziale per una comprensione più ampia della realtà. Aiuta, come in questo caso, a immaginare un approccio diverso ai legami familiari, più libero e autenticamente basato sull’affetto.
CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
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Elena Buccoliero
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