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L’accesso alla rete per tutti i bambini è una questione di equità, soprattutto se la scuola si può fare soltanto a distanza.

Filastrocca della lettera alla maestra

Signora Maestra, non sono a lezione
qui non mi arriva la connessione
non avevo i compiti e non ho studiato
però non mi sono dimenticato

di tutti i compagni che non ho più visto
vorrei cercarli e qualche volta insisto
mi manca soprattutto di far l’intervallo:
“Mi ha spinto! Rigore! Ha fatto fallo!”.

La mamma ripete che non posso uscire
d’accordo o no, devo solo eseguire
così la palla è nello sgabuzzino
un posto adatto per ogni bambino.

Io non so proprio dire che cosa sia
quella che tutti chiamano pandemia.
Vorrei dire a lei, lo ripeto alla mamma
son sicuro che no, non era in programma.

Il periodo di quarantena ha necessariamente comportato limitazioni per bambini e adolescenti che hanno visto compressi i loro diritti al gioco, alla socialità, all’apprendimento. La chiusura si è aggravata per chi aveva meno strumenti, innanzitutto informatici, quando la scuola si è trasferita online e non tutti hanno potuto continuare le lezioni.
Secondo il rapporto Istat pubblicato il 20 aprile scorso, in Italia 1 famiglia su 3 non ha né computer né tablet e, anche quando è presente, non è detto sia a disposizione per la didattica a distanza: solo in 1 famiglia su 5 ogni componente del nucleo ha uno strumento tutto per sé. Le differenze geografiche sono molto accentuate: le famiglie senza computer salgono al 41,6% al Sud,mentre quelle con un pc personale per tutti sono 1 su 7.
CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia tutti i venerdì.
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Elena Buccoliero


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