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Ho conosciuto donne capaci di mantenere un pensiero autonomo e di sviluppare azioni di resistenza subendo violenza da decenni. Non pensavano che il marito potesse cambiare e neppure immaginavano una vita diversa. La protezione dei bambini e la riduzione del dolore erano i loro obiettivi, perfino quando chiedevano aiuto dopo un fatto particolarmente grave.

Infinite doglie

Sento ancora le doglie
e son più di dieci anni
perché essendo sua moglie
sono tanti gli affanni.
Tutto ciò che pretende,
tutto ciò che m’impone
e poi quando mi prende
e picchia senza ragione.

Le menzogne le ho dette
ogni volta al dottore
perché chi ci rimette
porta ancora il mio nome.
Poi due figli son nati
per errore o per forza.
Qui viviamo nel rischio.
Gli preparo una scorza
per sentire di meno
tutto ciò che si dice,
perché lui sia sereno
perché lei sia felice.

La ragazza è vivace,
si ribella a suo padre.
Se lui picchia non tace
e difende sua madre.
Il ragazzo è diverso
non ci posso contare.
Segue il padre perverso
che lo sa indottrinare.

Per lui il mondo funziona
nel suo modo migliore:
“Devi essere buona
o ti posso ammazzare.
Io ti strozzo, ti gonfio,
ti sotterro in giardino.
Posso vivere tronfio
e dire al nostro bambino
che noi maschi, tesoro,
non facciamo peccato
se teniamo al decoro
e ad un mondo ordinato”.

Così vivo tremando
trattenendo il respiro
anzi forse mi sbaglio
e davvero non vivo
ma li tengo nel grembo
(sarà pura illusione)
come fiori sul gambo
di una vecchia stagione.

Li difendo a mio modo
però non mi separo
e sorrido di rado.
Non illudo e non baro.
Perforato un orecchio
tutto il volto ammaccato
me lo dice lo specchio
lo sussurra il marito:

se una donna si arrende
e il marito lo coglie
si può sempre sperare
di fermare le doglie.

Che cosa è forza e che cosa è debolezza per una donna che vive con un partner violento e non ha vie d’uscita, non famiglia d’origine né amiche accanto, non il lavoro né altre risorse personali che la aiutino a sottrarsi, e neppure una stampella culturale che la induca a imporre il proprio diritto di essere rispettata? Sono casi, questi, terribilmente simili a una tortura protratta per decenni. Anche i meccanismi psicologici della vittima sono gli stessi.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Elena Buccoliero



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