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In un pomeriggio di qualche anno fa, appoggiata sul cemento di una pista ciclabile, venne ritrovata una neonata avvolta in una coperta. Senza neppure provare a chiedere aiuto, o ad affidarla, la mamma l’aveva abbandonata, il papà non l’aveva mai riconosciuta.
Dopo alcuni anni, aborti, amori, quella donna ha avuto un’altra bambina. Occorreva vigilare affinché la storia non si ripetesse.

In bicicletta 

Passeggiavo in bicicletta
una limpida mattina,
pedalavo senza fretta
quando ho visto la bambina.
Lei strillava a perdifiato
lì, posata sul cemento.
Io mi sono avvicinato
pedalando controvento.

Era un cucciolo spaurito
-poche settimane appena-
il visetto un po’ sgualcito
e un profumo di verbena.
I polmoni, nel gran pianto,
eran vuoti d’ogni fiato
Ho provato con un canto,
il suo volto ho accarezzato.

La piccina la ricordo
ma la mamma lì non c’era
Non il padre, quel codardo,
proteggeva primavera.
Sull’asfalto maculato
d’ombra e sole tra le foglie
stava il fiore, abbandonato,
per il primo che lo coglie.

Poi la bimba in adozione
ha trovato una famiglia,
tanto amore e la ragione
per sentirsi, infine, figlia.
Però chi l’ha partorita
ha di nuovo una bambina.
Questa storia, infinita,
come finirà… indovina?

Se si lavora a lungo con famiglie fragili ci si può trovare di fronte a un dilemma: proteggere la nuova bambina da un possibile abbandono, uguale a quello vissuto dalla sorella maggiore, o investire sulla possibilità che la stessa donna possa vivere la maternità in modo totalmente diverso?

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Elena Buccoliero



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