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 Aveva dimenticato uno dei suoi filmini pedopornografici nel computer della figlia, una bambina poco più giovane delle interpreti sullo schermo. La cosa era stata notata dalla mamma della bimba (i due erano separati), segnalata dalla signora, interpretata dai giudici minorili come un grave rischio per la bambina. Per ciò che forse aveva impropriamente visto, e molto più per ciò che avrebbe potuto subire domani.

Lui si è lamentato parecchio e pubblicamente. Riteneva violati i suoi diritti di padre.

Il padre a luci rosse 

Sì, il computer… è della mia bambina.
E in quel filmato…  C’è una ragazzina.
Un poco osé, lo ammetto, un po’ discinta.
Sembra malizia ma è tutta roba finta.
Che poi, un porno…
Io dico che oggigiorno
questi bambini son tutti più scafati,
trovano il sesso anche nei cartoni animati!
Con questa scusa delle immagini hardcore
volete forse buttarmi fuor?
Per una bimba non è tra i film più adatti
ma sono il padre e ho pure i miei diritti!
Perché in Italia, tra i due genitori,
mamma è innocente e papà… sono dolori!
Solo perché mi diverto e son guardone
del pedoporno, non mi sembra una ragione.
Pensate invece ai drogati, agli assassini:
quelli son padri che offendono i bambini!
Lo voglio dire anche alla tivù:
è figlia mia, e non la vedo più!

Un uomo appassionato di pedopornografia abuserà della sua bambina? La risposta non è semplice, non ci sono automatismi.
Potrà essere un padre capace di dare alla figlia un’educazione equilibrata?
Ecco su questo è legittimo avere dei dubbi.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì.
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Elena Buccoliero



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