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CONTRO VERSO
Filastrocca di una mamma brasiliana

Articolo pubblicato il 16 Ottobre 2020, Scritto da Elena Buccoliero

Tempo di lettura: 2 minuti


Difficile capire quanto il problema fosse dato dalla cultura, dalla storia della signora, dalla personalità. Fatto sta che considerava plausibile occuparsi del figlio nei ritagli di tempo dedicando molta più attenzione al lavoro nei night-club, e sfruttare il padre del bambino per farsi mantenere quando era senza contratti. Lo sostenne anche in udienza… Noi non ne eravamo persuasi. 

Filastrocca di una mamma brasiliana

Questa mamma brasiliana
vive alla giornata, meglio: alla settimana.
Non lavora stabilmente
ma non gliene importa niente.
Le han rubato la sua infanzia
e nei club danza,
offre samba ed altre notti
a ragazzi, vecchi o adulti
e procura, indovina?,
pane amore e cocaina.
La più piccola carezza
vale più di una certezza
e il papà del suo bambino
è un po’ come un cagnolino
che scodinzola ogni giorno
festeggiando il suo ritorno.
Ma non dite “infedeltà”,
la sua vita è un varietà
e si arrabbia orribilmente
quando non ve la dà a bere,
né le sembra sconveniente
farsi ancora mantenere.
Vive come un fatto giusto
quello d’esser risarcita
dalla corte d’un bel fusto
se la vita l’ha tradita.

E lo spazio del bambino
è soltanto un angolino.

Frequentando le famiglie e i bambini che vivono ai margini – e non ai margini del benessere economico, chissenefrega, ma dell’equilibrio nelle relazioni interpersonali – si impara che non ci sono automatismi nelle relazioni genitori-figli. Comportamenti inaccettabili si ritrovano nei papà come nelle mamme, lo stesso istinto materno può essere molto labile. Conviene rinunciare all’idea e tenere gli occhi aperti per provare a capire.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì.
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani