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Il rispetto della privacy è particolare: nessuno può parlare degli altri, ma ognuno può dire di sé tutto ciò che vuole. Anche il falso.

Filastrocca della Televisione N.2 

Son la mamma delle Iene
dico quel che mi conviene
Quando sto dalla Sciarelli
voglio indietro i bimbi belli,
se mi affaccio da Santoro
mostro tutto il mio decoro.
Poi mi siedo da Costanzo
e racconto il mio romanzo.
Se ci fosse la Carrà
farei un salto pure là.
Il mio caso commovente
fa parlar tutta la gente
che da casa vuol capire
come andrà a finire.
Chiede poi com’è iniziata,
di sicuro preoccupata
(“quel che oggi tocca a te
poi domani spetta a me”).
Vuoi saper la verità?
Segui questo varietà.
Son la mamma delle Iene
dico quel che mi conviene.

Quanto possiamo fidarci di quanto viene raccontato dai media intorno ai casi di bambini allontanati dai genitori?
È una domanda destinata a rimanere senza risposta. Una cosa è certa: i genitori sono liberi di dare la loro versione, mentre i terzi a conoscenza dei fatti (giudici, assistenti sociali, psicologi, educatori, insegnanti…) devono tacere per rispetto della privacy e per etica professionale. Il risultato è una sorta di processo senza contraddittorio, dove l’imputato è il sistema di protezione dell’infanzia e non ha diritto all’avvocato difensore.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia tutti i venerdì.
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Elena Buccoliero



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