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La ragazzina era stata ricoverata in ospedale con una costola rotta dopo le botte del padre. E siccome era l’ennesima volta che lui la picchiava, quella volta lei ha parlato e ha chiesto di essere protetta. Dopo qualche mese dopo sono emersi i sensi di colpa per avere alterato un equilibrio familiare che, per quanto disfunzionale e retto sul suo sacrificio, in qualche modo era rassicurante per lei e per i suoi genitori. È in quel momento che occorre percorrere strade nuove e libere dalla violenza.

Filastrocca della costola rotta

è stata proprio una bella botta
Quella botta me l’ha data papà
e per questo mi trovo qua
Qua mi han messa per mia richiesta
di scappare da casa e basta
Basta solo di ritornare
sono pronta a rinnegare
Rinnegare ogni mia parola
per sentirmi un po’ meno sola
Sola qua non ci voglio stare
ho bisogno di riabbracciare
Riabbracciare la mia famiglia
dove posso sentirmi figlia
Figlia ugualmente di amore e violenza
ma non posso più stare senza
Senza le botte non conosco amore.
Che facciamo Vostro Onore?

Quando bruciano i maltrattamenti i ragazzi lo chiedono: portami dovunque ma non farmi tornare a casa. Dopo qualche mese di allontanamento si pongono i problemi veri, i conflitti interni, i sensi di colpa. Meglio ritornare nella violenza, sentendosi parte di una famiglia, o restarsene fuori, con un buon prezzo di solitudine? Loro stessi non hanno le idee chiare. Nessuna limitazione nelle relazioni primarie è facile e indolore. Si tratta di capire quale dolore è più sopportabile e più costruttivo per ciò che quel ragazzo, quella ragazza, quel ragazzo, domani diventerà.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, esce su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Elena Buccoliero



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