Nicola, un bimbo di 6 anni. Entra in un negozio di abbigliamento insieme all’affidataria e si mette a tremare davanti a un mazzo di cinture appese. Ne indica una borchiata: “Pensa se papà mi picchiava con quella”. Questa filastrocca è per lui, ed è stata scritta canticchiando. Forse per quietare la paura la rabbia che non lo lasciavano in pace, neppure dopo.
Filastrocca che stringe alla gola
Laccio, cintola, cinghia,
m’hanno chiuso il cuore dentro una conchiglia.
La cinghia mi stringe alla gola
si fa buio intorno e niente mi consola
Cinghia, cintola, laccio
mi porto dentro il male, nel male che mi faccio.
Il laccio è un filo d’argento
mi affossa in un istante, ritrovo il mio tormento.
Cintura, di stoffa, di pelle
solca la mia schiena, e io conto le stelle
È solo una frusta di cuoio
tremo di paura e penso: “Adesso muoio”.
Ma è cinghia, di borchie, di sabbia,
mi scuote la tempesta, esplode la mia rabbia
Tempesta, di sabbia, di schegge
di vetro che mi taglia, di fiato che non regge
È un laccio di cuoio e catrame
non ci voglio stare dentro quel letame
Mi stringe, restringe, costringe,
e penso che l’amore si dà e non si finge
La cintola è un nastro di seta
voglio arrampicarmi sopra una cometa
Mi fionda in un cielo cobalto
prego che sia vero e punto ancora in alto
Il cielo è cintura di ghiaccio
cerco di allentarla dentro al vostro abbraccio
Gingillo con quella cintura
finché potrò scoprire che non ho più paura.
Cintura, di cuoio, più dura
non è mai finita, vedi, la paura
Resta, la ferita, senza una sutura
La questione delle botte è controversa. Cambia con le latitudini, i secoli, le culture. In Italia è reato l’abuso di mezzi di correzione, cioè l’eccesso di sberle, mentre darne una ogni tanto si può. È molto difficile quantificare quanti bambini le prendono sistematicamente dal momento che i dati non vengono rilevati. Esiste una sola ricerca nazionale ormai un po’ invecchiata (registra i dati al 31.12.2013). Impostata con basi scientifiche da Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Cismai e Terres des Hommes con la collaborazione di Istat, riporta che in Italia, su 1000 minorenni, 9,5 sono in carico ai Servizi sociali per una qualche forma di maltrattamento e, tra questi, il 6,9% proprio per maltrattamento fisico.
Sono pochi, sono tanti?
Non ha importanza.
L’importante è che siano riconosciuti, aiutati, protetti.
CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
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Elena Buccoliero
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