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Ciao assistente, sono Alì

Queste rime sono dedicate a un bambino nigeriano di 12 anni che, ricongiunto alla mamma in Italia dopo 10 anni di distacco, un giorno ha bussato alla porta dei servizi sociali chiedendo di essere allontanato a causa dei maltrattamenti subiti.

Ciao assistente, sono Alì
e non voglio stare qui.
Sta accadendo un pandemonio!
Mamma dice: “Sei un demonio”
Lei lo pensa seriamente
e mi picchia di frequente.
Se mi agito un pochino
viene col peperoncino,
me lo passa sopra agli occhi
o mi aggredisce a morsi.
La faccenda è molto seria.
La mia terra è la Nigeria.
Son venuto qui da poco
mi aspettavo fosse un gioco.
Dopo anni di distacco
dalla mamma, ecco il suo attacco.
Lei che quasi non conosco
mi combatte come un mostro.
Io non voglio stare là
Meglio la comunità.

Esistono ragazzi, come Alì, che chiedono di essere protetti. Ne parlano con un insegnante di fiducia, un assistente sociale, un amico di famiglia, un allenatore… e rivelano relazioni familiari così dure da non riuscire a immaginare un cambiamento, se non quello di andarsene via.
Quando si parla di botte è frequente che l’allontanamento si risolva in un tempo breve. Quello che serve perché i genitori soprattutto, ma in parte anche i figli adolescenti, imparino a comunicare senza ferirsi troppo e ritrovino l’amore seppellito dalla rabbia.

 

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Elena Buccoliero



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