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Contro le potature selvagge in viale Belvedere

Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2021, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 3 minuti


 Da: Associazione LA VOCE DEGLI ALBERI

Le recenti drastiche potature di pioppi realizzate da poco in Viale Belvedere e al campo sportivo di Pontegradella,  hanno suscitato sgomento  all’interno del nostro gruppo “LA VOCE DEGLI ALBERI”. Noi amiamo le piante, ma non siamo arboricoltori, perciò abbiamo chiesto a professionisti qualificati un parere al riguardo. Interpellati separatamente, ci hanno fornito tutti la stessa risposta: gli interventi eseguiti sono quanto di più sbagliato si possa fare agli alberi. Ogni esperto ha poi motivato  questa affermazione con argomentazioni tecniche, che in sintesi  possiamo riassumere così: le potature non devono mai essere drastiche, né superare il 30% della massa fotosintetica, perché altrimenti stressano, debilitano l’albero, che dovrà attingere alle sue riserve energetiche radicali per ricostruire la chioma, con conseguente instabilità del fusto. Il taglio dei rami inoltre favorisce l’ingresso di funghi e batteri, che causano spesso fratture e schianti. Se una pianta è compromessa è meglio abbatterla e sostituirla, non potarla drasticamente. Lasciare pochi rami nella parte alta, modifica l’architettura della pianta e produce leve molto lunghe che possono provocare rotture e ribaltamenti.

Le potature corrette  non si dovrebbero neppure notare. Ricordiamo “Se non sai farlo, non farlo”,  perché l’organizzazione della chioma, la sua articolazione spaziale, il rapporto tra le diverse parti, rispondono ad un delicato equilibrio statico e dinamico. Le dimensioni e la complessità della forma che la pianta elabora durante il suo sviluppo, garantiscono la stabilità di una chioma naturale.

Ma perché allora noi osserviamo sempre interventi tanto pesanti? Per rassicurare i cittadini sulla loro incolumità in caso di violenti temporali? In realtà  queste potature rendono gli alberi ben più “pericolosi” di prima, nel breve, nel medio, nel lungo termine. Quando cadranno si parlerà di alberi killer? O la causa sarà imputabile a queste potature inadeguate che sovvertono ogni buona pratica di arboricoltura?

Le piante sono sulla terra da milioni di anni, comparse molto prima di noi; hanno imparato ad ergersi diritte senza bisogno di interventi esterni. Le utilizziamo perché abbelliscono le città, le rinfrescano con le loro fronde, proteggono dalle isole di calore, dall’inquinamento, dalle polveri sottili,  insomma sono le nostre più fedeli alleate contro il riscaldamento globale. E noi, genere Homo sapiens sapiens, come le ringraziamo? Le costringiamo a sviluppare le radici in aiuole minuscole delimitate da cordoli, l’asfalto intorno  le soffoca, i palazzi si ergono a pochi metri. Se vogliamo godere dei tanti benefici che le piante ci regalano, dobbiamo prima di tutto imparare a rispettarle. I pioppi non si possono piantare in luoghi angusti dove le radici non uno hanno spazio proporzionato al loro sviluppo, né possiamo accettare queste mutilazioni devastanti e dannose; esistono  altri alberi con minori esigenze, si scelgano quelli giusti per il posto giusto. Ma Ferrara può rinunciare ai suoi pioppi cipressini che con la loro eleganza e il delicato fruscio rendono più affascinanti i nostri splendidi viali. Cosa pensa al riguardo Ferrara Arte e tutti coloro che dicono di amare una città tanto preziosa non solo per palazzi e musei, ma anche per la sintonia con giardini, vie, parchi, mura, verde?

Si possono conciliare esigenze tanto diverse? Si, ma solo attraverso scelte coraggiose, come stanno facendo in Francia, a Caen, dove trasformano i marciapiedi in aree verdi per far respirare le radici! E il mondo di chi rispetta le piante li guarda con ammirazione. Noi avremo abbastanza sensibilità? Saremo altrettanto coraggiosi?

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani