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da: ufficio stampa Leonardo Rosa

A seguito dell’interpellanza presentata da una rappresentante del Pd, credo sia giusto fare il punto sul tema dei contraccettivi d’emergenza (la così detta “pillola del giorno dopo”) in ordine all’eventuale presenza di farmacisti obiettori di coscienza all’interno delle farmacie comunali.
Iniziamo dal dato normativo o, più specificatamente, interpretativo: in base a quanto stabilito da una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un farmacista ha diritto di rifiutarsi alla commercializzazione dei contraccettivi di emergenza secondo l’interpretazione della Legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza.
Procedere quindi con la lista dei farmacisti che intendono avvalersi di tale diritto non gioverebbe quindi alla libertà di coscienza di ciascuno, senza contare il fatto che le farmacie comunali sono 11, estremamente minoritarie quindi, rispetto alle farmacie private e alle parafarmacie dove da alcuni mesi è possibile acquistare sia la pillola norlevo, da assumere entro quarantotto ore dal rapporto, o ellaOne entro i cinque giorni.
Esistono poi altri aspetti importanti. Secondo gli ultimi dati risultano progressivamente in calo le vendite di contraccettivi, in special modo i profilattici.
Questo a seguito di due ordini di fattori, entrambi preoccupanti ed entrambi attinenti al mondo di giovani e adolescenti. Il primo è il principio, tanto diffuso quanto errato, che l’aids sia ormai considerata una patologia poco diffusa e facilmente debellabile.
Il secondo consiste nella prassi di non usare il preservativo avendo la possibilità di ricorrere a farmaci come norlevo e ellaOne, sempre più considerati dai giovanissimi come un normale contraccettivo e non come soluzioni d’emergenza, trascurando le controindicazioni circa il loro utilizzo. Quest’ultimo elemento è purtroppo incentivato dal fatto che per i maggiorenni non è più richiesta la ricetta del medico, aspetto che uniforma questi prodotti ai farmaci da banco, con conseguente sottovalutazione degli effetti.
Il problema, a mio avviso, andrebbe quindi affrontato in termini diversi da quello dell’indice puntato verso i farmacisti obiettori. Vale a dire: cosa e quanto fanno le istituzioni pubbliche e le scuole per creare una corretta informazione nei riguardi degli adolescenti? Secondo me troppo poco con conseguenti rischi per la salute delle giovani donne.
Come vicepresidente della commissione Pari Opportunità, è mia intenzione portare questo tema all’interno del Comune di Ferrara per analizzare i dati degli ultimi mesi relativi alla vendita di contraccettivi d’emergenza, oltre ai quelli tradizionali, e avviare un confronto aperto con il coinvolgimento di Afm, Federfarma Ferrara e Ambito Territoriale per la Provincia di Ferrara dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Paola Peruffo
Vicepresidente Commissione Pari Opportunità
Comune di Ferrara

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