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Da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Un tavolo sul tema “agricoltura – cambiamento climatico – nuove produzioni – economia circolare”, che aiuti il territorio a candidare progetti per intercettare i fondi europei, la cui nuova stagione di programmazione 2021-2027 è entrata nella fase clou del negoziato sui tavoli di Bruxelles e nazionale.
È questa la proposta emersa dalla Consulta provinciale dell’economia e del lavoro, riunita in Castello Estense e convocata dalla presidente della Provincia, Barbara Paron.
Come hanno spiegato l’assessore regionale Patrizio Bianchi e Caterina Brancaleoni, responsabile per viale Aldo Moro del servizio Coordinamento delle politiche europee, è ancora prematuro stabilire l’ammontare esatto delle risorse per l’Italia e per l’Emilia-Romagna fra le varie linee di finanziamento: Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), Fondo sociale europeo (Fse), Fondo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), Fondo di coesione (Fc) e Fondo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Anche perché accanto alle risorse Ue andranno definiti i programmi di cofinanziamento regionale e nazionale.
Qualcosa però si sa già sui prossimi sette anni.
Per esempio, la riduzione da 11 a 5 degli obiettivi di fondo – per un’Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e vicina ai cittadini – e con un aumento di risorse destinate a settori chiave come ricerca, formazione, economia green e circolare.
Su questo è intervenuto l’assessore Patrizio Bianchi, spronando il sistema Ferrara a concentrare il proprio sforzo progettuale sui banchi di prova del cambiamento climatico e dell’economia circolare e verde. “Temi – ha detto – che comportano una correlazione stretta con il sistema della mobilità, dei trasporti, della sostenibilità ambientale, del lavoro”.
Un’accelerazione richiesta per cambiare passo.
“La nuova via ferrarese per l’accesso a bandi e finanziamenti della prossima stagione 2021-2027 – ha, infatti, puntualizzato – non può più fermarsi a creare canali e sportelli d’informazione alle imprese, perché il vero problema è aumentare la capacità progettuale”.
Questa la via indicata per risolvere il problema ricordato dal presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni: secondo gli ultimi dati aggiornati, su 3406 progetti finanziati a livello regionale nella fase di programmazione che si concluderà a fine 2020, solo 150 (il 4,4 %) sono andati a imprese locali.
“Poi c’è sicuramente il tema semplificazione dei bandi – ha convenuto l’assessore Bianchi – che porremo in modo chiaro e netto sui tavoli Ue e nazionali”.
Ma è sulla capacità di progetto e sull’aggregazione d’impresa che si giocherà la sfida maggiore nei prossimi anni e su cui il territorio può giocare le proprie carte.
Ferrara terra di bonifica, con un settore agricolo di tutto rispetto e sede di ricerca in campo chimico, può mettere a sistema esperienze e conoscenze, per esempio, sulle nuove sfide che incalzano le trasformazioni nel campo delle materie plastiche, da ricavare non più dal petrolio ma da materie prime sempre più di fonte agricola.
Da qui il legame agricoltura – assetto del territorio alla luce dei cambiamenti climatici e produzioni (food e no food), con il coinvolgimento dell’Università.
Così è stata proposta l’idea del tavolo tematico, anche per riprendere lo spunto lanciato da Diego Benatti di Cna Ferrara: fra gli strumenti in aiuto alle imprese non basta più lo sportello informativo per facilitare l’accesso ai bandi, come nel passato, ma occorre crearne uno nuovo con capacità progettuale.
Idea rafforzata dall’assessore Bianchi: “Perché non creare un’agenzia di formazione alla progettazione per amministratori e imprese, anche per favorirne il processo di aggregazione perché l’aggregazione per progetto è oggi una delle strade maestre maggiormente battute per fare sistema?”.

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