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ROMA – Il Consiglio di Stato ha deciso di non bloccare le distanze minime per l’installazione delle slot previste dalla legge regionale in Emilia Romagna: secondo i giudici amministrativi «l’interesse pubblico sottostante alle norme di rilievo della vicenda è interesse non infracomunale bensì schiettamente sociale», si legge nell’ordinanza che non ha concesso lo stop cautelare chiesto da alcuni gestori slot, coadiuvati dagli interventi di Codere, Cirsa, Nts, Romagna Giochi, Acadi e l’associazione Astro. Il ricorso, riferisce Agipronews, era relativo alla mappatura dei luoghi sensibili nel comune di Castelnovo Ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, ma aveva come obiettivo lo stop cautelare per la norma regionale.
A Castelnovo Ne’ Monti, secondo i gestori, sarebbe di fatto impossibile continuare a gestire una sala giochi, con la norma che di fatto avrebbe un effetto espulsivo per il gioco legale.
«L’ipotizzata inesistenza di spazi praticabili o appetibili – si legge ancora nell’ordinanza – per una diversa localizzazione della sala giochi di cui è stata ingiunta la chiusura perché ubicata a meno di 500 metri di distanza da luoghi sensibili non può condurre al paradosso della negazione del precetto di legge». PG/Agipro

ASTRO: “DISTANZE SLOT IN EMILIA ROMAGNA, ESAME DI MERITO ACCERTERÀ EFFETTO ESPULSIVO”

ROMA – «La differenza rilevante tra le ordinanze del Consiglio di Stato sino a ieri adottate che hanno disposto all’unisono la CTU (consulenza tecnica d’ufficio ndr) per accertare l’effetto espulsivo del gioco lecito dai comuni, riguardavano la fase di merito e non quella cautelare come quella di oggi. Occorre quindi arrivare all’esame del merito della questione. Per fare questo le migliaia di operatori devono ora inviare ai comuni richieste di proroga per evitare la chiusura immediata». E’ il commento dell’avvocato Filippo Boccioletti, consulente dell’associazione di gestori slot Astro, all’ordinanza del Consiglio di Stato sul ricorso contro il distanziometro introdotto dalla legge Emilia Romagna. Una decisione che si pone «in un solco diametralmente opposto rispetto ai precedenti dello stesso consesso – si legge in una nota dell’associazione – non ultimo quello del mese scorso, che rimanda la decisione, in ordine alla legittimità delle misure adottate dalla Regione Emilia Romagna e dai comuni, alla trattazione del merito».

Da: Agipro s.r.l.

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