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da: ufficio stampa Confartigianato

Comunicazione, impresa, creatività, mercato. Di tutto questo ha dissertato ieri la Confartigianato Ferrara di fronte a circa 150 studenti di quinta del Liceo Cevolani di Cento, diretto da Cristina Pedarzini. L’incontro, realizzato nell’ambito delle iniziative per l’orientamento in uscita – responsabile Diana Valvo – per gli allievi di classico, linguistico, socio psico-pedagogico, scienze sociali, aveva l’obiettivo di spiegare quali sono le opportunità per i giovanissimi che intendono intraprendere la professione di artigiano, anche dopo la laurea. Perché come ha spiegato anche il responsabile sindacale, Riccardo Mantovani, introdotto dalla docente, Rossella Cristi, cultura e fare non sono mondi distinti. «Il sapere fare è frutto della conoscenza, della curiosità, della capacità di ‘provare’, mettendosi in gioco, credendo nelle proprie idee. E più cultura si ha, maggiore è il contributo che si apporta all’innovazione». Con l’incontro – suddiviso in due fasi di due ore ciascuna – si è voluto sfatare il mito che l’artigianato sia una forma imprenditoriale di serie B. Una testimonianza diretta è stata portata da Stefano Bottoni, direttore del Buskers Festival, che ha raccontato come proprio nella sua officina di fabbro, tramandata dal nonno, sia nata una manifestazione musicale che oggi porta a Ferrara centinaia di migliaia di visitatori. Soddisfatto il direttore della Confartigianato, Giuseppe Vancini, che ringrazia il Liceo. «Questi incontri – ha rimarcato – danno anche a noi la possibilità di capire quale percezione hanno dell’artigianato le nuove generazioni».

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