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Da: Leonora Guerrini

Confagricoltura Ferrara. L’Azienda Boarini di Quartesana dona mille primule all’Ospedale di Cona

Sarà un fiore, una primula, il simbolo della campagna dei vaccini anti-Covid che partirà a metà gennaio con i 1.500 gazebo a forma di fiore nelle piazze di tutta Italia. Realizzato dall’architetto Stefano Boeri che ha scelto proprio il primo fiore, simbolo della natura che si risveglia, a caratterizzare tutta la campagna di vaccinazione. Una primula, simbolo di serenità e rinascita per tutti, scelta per accompagnarci fuori da un inverno cupo. E proprio in occasione del primo giorno di vaccinazioni, il 27 dicembre, la società Agricola Boarini s.s. di Boarini Onelio e Monica di Quartesana, azienda associata a Confagricoltura Ferrara, ha voluto donare un migliaio di piantine di primule all’Ospedale di Cona, come segnale di vicinanza alla comunità. Queste le parole di Monica Boarini “Abbiamo scelto di consegnare i nostri fiori proprio in occasione del primo giorno di vaccinazioni perché fosse un segno di speranza per tutti. Se infatti fino a pochi mesi fa, durante il lockdown, sentivamo di combattere contro un nemico invisibile nel disorientamento generale, ora sappiamo di avere a disposizione un vaccino che ci permetterà di tornare a programmare il futuro, pur non dimenticando le terribili conseguenze che questa pandemia ha causato. Come la primula è il primo fiore a comparire, sinonimo di primavera e di risveglio, segnale di inizio della ripartenza, dal 27 dicembre con i primi vaccini, possiamo finalmente sperare che il buio sulle nostre vite stia passando. Tutto è nato pochi giorni fa quando, guardando le mie serre colorate da migliaia di primule in fiore, ho pensato che avremmo potuto fare anche noi dell’Azienda Boarini qualcosa di simbolico in una giornata così importante. Così, grazie alla disponibilità della responsabile dell’Area comunicazione ed accoglienza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, dottoressa Maricchio, le primule sono arrivate a Cona per colorare l’intero reparto vaccinazioni, donate ai primi vaccinati e consegnate a tutti gli operatori dei reparti Covid. Questa pandemia, se da un lato ha messo in evidenza tutta la nostra fragilità, dall’altro ha fatto emergere la volontà di molti a collaborare e il desiderio di aiutarsi reciprocamente con quello che si ha e che si può; io ho semplicemente pensato che il mio piccolo gesto fosse di buon auspicio per questa ripartenza. Abbiamo tutti bisogno di tornare a sperare in un futuro fatto di colori e non solo a tinte cupe, di sofferenze e di precarietà. Le nostre primule vogliono essere un segno tangibile di inizio della nostra rinascita”.

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