da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso
Intendo qui formulare un buon proposito per questo inizio di 2015: una proposta che potrebbe divenire immediatamente operativa. La proposta di costituire, fra membri di diverse forze politiche presenti nel Consiglio comunale, un Intergruppo laico. E’ prassi normale la nascita di simili organismi informali nel Parlamento, e potrebbe appunto realizzarsi pur al di fuori di norme previste da statuti o regolamenti comunali.
Un Intergruppo laico non avrebbe solo il già pur utilissimo compito di fornire risposte alle frequenti crociate che nascono nel Palazzo vescovile, ma anche quello di sviluppare analisi, commenti e scelte operative per lo sviluppo della laicità, che partano dal Palazzo a quello contrapposto lungo corso Martiri della libertà, nella sede istituzionale.
Laicità per quanto è possibile, come afferma Sergio Romano nella prefazione al “Rapporto sulla laicità”, Libri Schiewiller, 2004. “Potrebbe l’Italia seguire l’esempio francese? Temo di no. L’Italia è un paese concordatario, quindi uno Stato che riconosce alla Chiesa il diritto di “amministrare” i propri fedeli e le ha ceduto una parte delle sue prerogative”.
Laicità non solo come risposta di rispetto, tolleranza e compassione alle debordanti crociate clericali del Palazzo vescovile ma anche, in una accezione più vasta, come contrario di assolutismo, fondamentalismo, ideologismo, ragion di stato o ragion di partito; solo per citare alcuni spunti.
E intendo anche formulare alcuni nomi di consiglieri comunali che, a mio avviso, potrebbero essere interessati a questa proposta: Leonardo Fiorentini, Paola Peruffo, Ilaria Baraldi, Deanna Marescotti, Silvia Mantovani. Con l’auspicio che il loro operato possa, per loro scelta, estendersi anche alla collaborazione con persone esterne alle istituzioni.
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