da: ufficio stampa Cgil Ferrara
La grandissima partecipazione all’assemblea della scorsa settimana inerente l’assurdo licenziamento del Delegato Luca Fiorini e il grande sostegno alle posizioni sindacali arrivate dai lavoratori e dagli esponenti istituzionali dell’intero territorio, sono state importantissime per rafforzare ulteriormente la determinazione delle segreterie territoriali e della RSU.
Nella giornata di venerdì scorso si è poi tenuto un incontro nella sede di Unindustria Ferrara fra le organizzazioni sindacali e le Direzioni di L-Basell sollecitato dall’impresa che pareva potesse portare elementi di novità. Nella realtà dei fatti l’azienda ha sostanzialmente solo chiesto di rivedere le modalità di sciopero e ha formulato proposte che mettono in gioco quote economiche per la risoluzione del problema in essere senza comunque dare disponibilità al ritiro del provvedimento di licenziamento. Non è ovviamente questo che ha meravigliato il sindacato e il rifiuto delle proposte ricevute è stato solamente la logica conseguenza del mandato ricevuto dai lavoratori e dal territorio.
Ci sono state però nello stesso incontro alcune provocatorie considerazioni aziendali che meritano di non essere passate sotto silenzio e che presumibilmente saranno reiterate in azienda nelle prossime settimane per incutere timore alle persone ed accusare il sindacato: l’impresa ha dichiarato che il nostro amministratore delegato allocato negli Stati Uniti non capisce come un atto violento (???) possa trovare la solidarietà di un intero territorio e che la tensione che si è generata nel sito potrebbe compromettere futuri investimenti da realizzarsi a Ferrara.
Sono considerazioni che si commentano da sole e attribuire al sindacato la responsabilità di atti violenti significa non conoscere la realtà dei fatti ed è molto più probabile che l’amministratore delegato si stia interrogando sulla credibilità e adeguatezza del gruppo dirigente che gestisce i tavoli negoziali e le relazioni industriali.
Il clima di tensione generatosi dipende in primo luogo da un provvedimento sbagliato e da un ufficio del personale che da diversi anni ignora il contributo dei delegati e cerca di imporre muscolarmente il proprio punto di vista; che pensa di poter disporre liberamente delle persone come testimoniano gli altri licenziamenti comminati pur in presenza della possibilità di ricollocazione; se le Direzioni non sono in grado di illustrare questa situazione all’amministratore delegato significa che non svolgono appieno il proprio compito e non possono scaricare le proprie responsabilità sul sindacato. Le decisioni sugli investimenti dipendono in primo luogo dalla loro convenienza economica e dalla loro giustificabilità dal punto di vista industriale e su questo andrà misurata la credibilità del nostro management.
Ma evidentemente devono essere questi concetti alquanto ostici se nella giornata di lunedì è pervenuta al sindacato una richiesta di incontro per la chiusura dell’integrativo, atto strumentale funzionale ancora una volta a mostrare una volontà di riconoscere elementi economici e normativi che guarda caso nel corso del 2015 non si è mai manifestata; in coerenza con il mandato che il sindacato ha avuto dall’assemblea ma anche dall’intero territorio e come abbiamo già inutilmente spiegato all’impresa, non ci presenteremo ad alcun incontro perché la condizione minima ma imprescindibile è oggi quella del ritiro del provvedimento di licenziamento del delegato Luca Fiorini.
Nei prossimi giorni terremo un nuovo ciclo di assemblee per illustrare nel dettaglio ai lavoratori quanto sta accadendo e per comunicare il nuovo programma di iniziative di lotta; al contempo manterremo alta l’attenzione su eventuali, ulteriori, iniziative aziendali che possano avere il profilo di comportamento antisindacale per portare avanti tutte le iniziative, anche di carattere legale, che si dovessero rendere necessarie. La RSU L-Basell, a tale proposito, ha già inoltrato lettera di diffida all’azienda in merito alle e-mail inviate direttamente a tutti i lavoratori nei giorni scorsi, i cui contenuti e modalità comunicative prefigurano un evidente comportamento antisindacale.
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