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Nasce in Emilia-Romagna il primo Osservatorio regionale del Terzo settore. Completata la riforma del mondo no-profit: più spazio per le esperienze sul territorio e semplificazione

Gualmini:”Un sistema più efficace, adeguato ad una società che è molto cambiata negli ultimi anni”. Tra i compiti, l’analisi dei bisogni sociali del territorio, la promozione delle buone pratiche, il monitoraggio e la verifica dell’operato del Terzo settore

Bologna- Mancava solo un tassello per completare la piena realizzazione della legge del 2017 sul mondo del no-profit, che semplifica le modalità e gli organismi di interlocuzione con la Regione, in attesa che si completi l’iter di approvazione della riforma nazionale. E l’ultimo tassello, l’istituzione dell’Osservatorio regionale del Terzo settore, ha avuto il via libera nei giorni scorsi. Si tratta della prima esperienza di questo tipo messa in campo dalla nostra Regione. Nato dalla fusione di due distinti organismi simili e separati (Osservatorio del Volontariato e Osservatorio delle Associazioni di promozione sociale), si compone di rappresentanti delle oltre 3.000 organizzazioni di volontariato e delle più di 4.000 associazioni di promozione sociale impegnate su tutto il territorio regionale in attività di utilità sociale e solidaristica senza scopo di lucro.
Tra le funzioni ricoperte dal nuovo organismo, la raccolta di dati, documenti e testimonianze sulla realtà del Terzo settore dell’Emilia-Romagna, di cui monitorerà e verificherà l’operato; la promozione di attività di studio, ricerca e approfondimento rivolte alle organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte nei registri regionali; l’analisi dei bisogni sociali del territorio, la promozione delle buone pratiche.
Alla costituzione dell’Osservatorio, che dovrà operare al fianco della Conferenza regionale del Terzo settore – organo consultivo della Regione e del mondo associativo – hanno contribuito, oltre alla Regione Emilia-Romagna, il Forum del terzo Settore (associazione di enti che operano nel volontariato e nel sociale) e i Centri di servizio per il volontariato.

“L’istituzione qui in Emilia-Romagna del primo Osservatorio del Terzo settore- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini- è un segno tangibile dell’attenzione della Regione verso il mondo variegato e plurale del no-profit. Si tratta del passaggio conclusivo della nostra riforma del settore, che abbiamo condotto in sintonia con quella nazionale”.

“Il Terzo Settore è una realtà fondamentale per la nostra regione- aggiunge la vicepresidente- e da sempre ne riconosciamo e apprezziamo il ruolo e le potenzialità, non solo come importante interlocutore delle istituzioni pubbliche, ma anche come soggetto che contribuisce in maniera attiva e dinamica al welfare regionale e al benessere delle nostre comunità”.

“Penso- prosegue Gualmini- alle migliaia di volontari di ogni età che da sempre si occupano degli altri, agli operatori delle associazioni di promozione culturale, sociale e sportiva che svolgono un lavoro fondamentale con adulti e bambini, e a tutto il mondo della cooperazione sociale che gestisce tanti dei nostri servizi”.

“Nasce l’Osservatorio, ma soprattutto nasce una nuova realtà, dopo i percorsi di nomina e di profondo rinnovamento dei ruoli e dei componenti a livello locale, – conclude la vicepresidente- più adeguato a leggere le trasformazioni degli ultimi anni e più efficace nel suo complesso”.

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