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Maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna, oggi in Regione incontro con la Lombardia. Petitti: “Condivisione su metodo, merito e tempi. Ribadiamo il nostro obiettivo: via libera dal Parlamento entro l’anno”

Riunione operativa dell’assessore con il collega lombardo Stefano Bruno Galli. Da martedì nelle commissioni consiliari via all’esame del progetto della Giunta con l’ampliamento da 12 a 15 delle competenze di cui si chiede la gestione diretta e con risorse certe, poi l’esame in Aula e il testo definitivo da portare al tavolo di confronto col Governo entro settembre

Bologna – Prosegue a ritmi serrati il lavoro della Regione per ottenere maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna, con l’obiettivo, confermato, di tagliare il traguardo entro l’anno con la legge approvata dal Parlamento. Oggi negli uffici regionali di viale Aldo Moro, a Bologna, l’assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti, ha incontrato l’assessore all’Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, riunione, sottolinea Petitti, “nella quale ci siamo trovati d’accordo sul percorso che stiamo facendo. In particolare, la condivisione riguarda il metodo, che passa per l’intesa con il Governo sul progetto di autonomia che diventerà poi il progetto di legge che l’esecutivo presenterà alle Camere; il merito, ovvero la scelta per entrambe le Regioni di singole competenze di cui si chiede la gestione diretta individuate nell’ambito di aree tematiche strategiche; e i tempi, sulla base delle indicazioni che ci sono state date sempre dal Governo.
“Per quanto ci riguarda- afferma Petitti- ribadiamo l’intenzione di voler veder riconosciuta la maggiore autonomia all’Emilia-Romagna già entro la fine dell’anno, vista anche la disponibilità del Governo che abbiamo riscontrato negli incontri avuti dal presidente Stefano Bonaccini con la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani. L’incontro di oggi- chiude Petitti- si inserisce nell’ambito della positiva collaborazione tra Emilia-Romagna e Lombardia che ha caratterizzato il rapporto tra le due Regioni fin dall’inizio e che i due presidenti, Bonaccini e Attilio Fontana, hanno ribadito anche in un recente incontro pubblico a Bologna”.
L’articolo 116 della Costituzione, al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Un regionalismo differenziato col quale la Regione Emilia-Romagna punta ad avere la gestione diretta, e con risorse certe, di numerose competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro, istruzione, sanità, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, relazioni internazionali e rapporti con la Ue e che ha visto lo scorso 28 febbraio il presidente Bonaccini firmare un Accordo preliminare con il Governo precedente insieme a Lombardia e Veneto.

E poco più di un mese fa, il 26 luglio, Bonaccini ha consegnato alla ministra Stefani il progetto di autonomia dell’Emilia-Romagna, condiviso con le parti sociali nell’ambito del Patto per il Lavoro, che prevede un aumento delle competenze richieste, aggiungendo alle 12 già definite la gestione diretta di altre tre: agricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria; cultura e spettacolo e sport. Dunque, in totale 15 competenze. Da martedì prossimo il progetto ampliato sarà portato al confronto con i Gruppi consiliari in Assemblea legislativa, con l’avvio dell’esame nelle Commissioni e l’approdo in Aula per il voto sul documento probabilmente il 18 settembre (sarà la Conferenza dei Capigruppo a decidere e ufficializzare la data). Fin da luglio, la Regione Emilia-Romagna aveva ribadito la propria disponibilità a riavviare da subito il confronto col Governo e attende la convocazione a Roma per dare attuazione al percorso concordato.

Gli assessori Petitti e Galli durante l’incontro

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