Al via i referendum consultivi per sette fusioni tra 14 Comuni dell’Emilia-Romagna. L’assessora Petitti: “Ora la parola definitiva passa ai cittadini, che decideranno del loro futuro”
L’Assemblea legislativa dà il via libera alle consultazioni tra i cittadini sulle aggregazioni tra Comuni. Due sono in provincia di Ferrara (Formignana con Tresigallo e Berra con Ro), due in quella di Parma (una tra Colorno e Torrile, la seconda tra Mezzani e Sorbolo) e due nel bolognese (Castenaso e Granarolo e Malalbergo e Baricella). Nel modenese possibile unione tra Lama Mocogno e Montecreto
Bologna – “Siamo arrivati a un passaggio importante che segue l’approvazione dei progetti di legge di fusione già licenziati dalla Giunta nei mesi scorsi. Ora la decisione definitiva spetta ai cittadini, che in autunno potranno esprimersi attraverso i referendum consultivi”.
È il commento dell’assessora al Riordino istituzionale, Emma Petitti, al via libera dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna all’indizione dei referendum consultivi per quanto riguarda sette fusioni tra 14 Comuni dell’Emilia-Romagna.
In provincia di Ferrara due le possibili fusioni: Formignana con Tresigallo e Berra con Ro. Due anche in provincia di Parma: la prima tra Colorno e Torrile, la seconda tra Mezzani e Sorbolo. In provincia di Modena la consultazione referendaria riguarderà la possibile fusione tra Lama Mocogno e Montecreto. Nell’area metropolitana di Bologna due le possibili fusioni: la prima tra Castenaso e Granarolo, la seconda Malalbergo e Baricella.
“La Regione- ha concluso l’assessora Petitti- ha messo a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire i percorsi di fusione, con l’obiettivo di migliorare i servizi ottimizzando le risorse e cercando di mantenere un contenimento dei costi. Siamo certi che quella intrapresa sia la strada giusta e che i territori sapranno cogliere questa importante opportunità”.
Le fusioni in Emilia-Romagna
Le Unioni e le fusioni dei Comuni rappresentano un’opportunità strategica per migliorare l’organizzazione e la gestione dei servizi. Soltanto per il 2017, i contributi per le fusioni andati ai 9 nuovi Comuni, nati dai 24 precedenti, sono stati 11 milioni, di cui 2,7 della Regione”.
Le fusioni sono previste a partire dall’1 gennaio 2019, dopo un referendum consultivo che si prevede di organizzare nella prima metà del mese di ottobre. Le elezioni degli organi dei nuovi Comuni che si costituiranno potranno avvenire solo nella primavera 2019, mentre gli attuali organi comunali decadranno dall’1 gennaio 2019. Nei primi mesi del prossimo anno gli eventuali nuovi Comuni nascenti da fusione saranno retti da Commissari prefettizi.
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