Comune e Cadf intervengono in risposta alle segnalazioni sul pozzetto di Via Marina
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Da: organizzatori
Facendo seguito alle segnalazioni pervenute in merito alla fuoriuscita di acqua nell’area adiacente alla pista ciclabile di Via Marina, che collega l’abitato di Comacchio e Porto Garibaldi, Amministrazione Comunale e CADF intendono precisare che già dal 2015 è in corso una lunga indagine sulle cause di tale fenomeno e che è stata attivata immediatamente una collaborazione con il Servizio Area Reno e Po di Volano.
Dall’abitato di Comacchio al depuratore, lungo la via Marina, esistono due condotte fognarie di cui il CADF, essendo gestore nel Comune di Comacchio del servizio idrico integrato dal 2005, è responsabile. Una di queste, in pressione, è attualmente in esercizio; la seconda, invece, a gravità, non è più in servizio da oltre 25 anni, ed è stata ostruita con getti di calcestruzzo sia a monte, nei pressi dell’impianto di sollevamento di via Margherita, che a valle, in prossimità della via che conduce al cimitero. Essendo, pertanto, tale condotta isolata dal resto della rete, risultano fisicamente impediti ingressi di acque reflue sia dall’abitato, che, tantomeno, dal depuratore comunale. L’acqua che fuoriesce periodicamente da un pozzetto più basso, sito nell’area adiacente alla pista ciclabile di Via Marina, per la quale sono pervenute le suddette segnalazioni, non può, quindi, definirsi di origine fognaria e ne sono conferma altresì le analisi microbiologiche eseguite in data 11/02/2015 che hanno escluso la presenza di sostanze inquinanti tipiche dei reflui fognari. In un recente sopralluogo, effettuato a maggio insieme ai tecnici del Servizio Area Reno e Po di Volano, è stato, infatti, ipotizzato che l’acqua, dal tipico odore sulfureo, possa provenire da substrati sotterranei, che risentono probabilmente di una sottospinta idraulica del vicino Canale Navigabile.
Pur proseguendo con l’attività di monitoraggio del fenomeno, effettuata fino ad oggi attraverso sopralluoghi congiunti e rilevamenti, il Comune di Comacchio e il Cadf, auspicano, quindi, che siano gli enti competenti, in questo caso il Servizio tecnico di bacino regionale, ad attivarsi per verificarne le cause e risolvere, in tempi brevi, questo annoso problema.
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