Comune di Comacchio, scuola e sicurezza
Tempo di lettura: 3 minuti
Da: Ania Cattani, Emilia Romagna CGIL
SCUOLA E SICUREZZA NEL COMUNE DI COMACCHIO
La scuola, l’istruzione, sono un diritto che va garantito e per farlo esiste la scuola in presenza. E’ quello il luogo in cui si costruiscono le relazioni sociali, base fondamentale per il futuro delle ragazze, dei ragazzi, delle bambine e dei bambini.
Ancora oggi ribadiamo che vanno profusi tutti gli sforzi affinché essa torni ad essere, per tutti, in presenza e in sicurezza.
Consapevoli che il diritto allo studio debba essere garantito tanto quanto il diritto al lavoro, come organizzazioni sindacali affermiamo con forza che il rispetto dei protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro è il punto cruciale per poter garantire il diritto al lavoro, il diritto allo studio.
Per far si chè prendano il via le misure di sicurezza è necessario investire adeguate risorse economiche e umane. La sicurezza è attuata quando tutti gli attori coinvolti rispettino nei modi e nei tempi le procedure. E’ anche per questi motivi che nelle scuole, fin da subito, ci siamo preoccupati di chiedere tavoli di contrattazione all’interno delle scuole per dare gambe alla sicurezza nei luoghi dell’istruzione.
Nella gestione del momento pandemico in cui ci troviamo, diventa fondamentale agire come prescrivono i protocolli e altrettanto necessario denunciare quelle situazioni che non consentono il loro rispetto.
Dalle pagine della stampa locale di questi giorni è evidente come vi sia un aumento importante dei contagi che sta colpendo la zona del territorio comunale di Comacchio e, dalla pagina istituzionale del Comune di Comacchio, abbiamo appreso dell’ordinanza firmata dal Sindaco che due plessi scolastici resteranno chiusi fino al 23 Gennaio.
Sulla base di questo facciamo alcune considerazioni: al momento dell’uscita dell’ordinanza (9 Gennaio), gli Istituti Scolastici provenivano da un lungo periodo di chiusura. Questa condizione sicuramente sembra non aver prodotto lo sviluppo di focolai riconducibili alla scuola in quanto chiusa dal 23 Dicembre al 7 di Gennaio. Aggiungiamo, è evidente che per i protocolli previsti da ASL, nessun alunno o personale scolastico sottoposto a quarantena poteva rientrare a scuola alla data dell’8 Gennaio. Aggiungiamo ancora, che fin dal mese di Settembre l’Istituto Comprensivo di Comacchio (Fattibello) e l’Istituto Superiore Remo Brindisi hanno discusso e condiviso con le organizzazioni sindacali di categoria, con le RSU,e con i rappresentanti della sicurezza nei luoghi di lavoro, il protocollo di sicurezza adottato all’interno della scuola così come previsto dall’accordo siglato tra le Orgnizzazioni Siandacali di CGIL CISL e UIL con il Governo fin dalla primavera scorsa. Proprio da quei protocolli ne discende una modalità di comportamenti da osservare all’interno degli Istituti e dall’inizio dell’anno, in maniera rigorosa personale ATA e personale docente hanno garantito il rispetto delle regole atte a prevenire ed impedire la diffusione del contagio.
Alla luce delle considerazioni fatte ci chiediamo quali ragioni abbiano spinto il Sindaco ad emettere il provvedimento di sospensione delle attività didattiche di due plessi della cittadina lagunare visto il periodo di lunga chiusura da cui provenivano le scuole.
Ci chiediamo, inoltre, se non siano da ricercare in altro luogo i comportamenti scorretti che possano aver determinato l’aumento dei contagi tra la cittadinanza, a partire da focolai sviluppatisi in aggregazioni spontanee o di natura familiare.
Non vorremmo mai verificare l’esistenza di situazioni identiche in altre scuole del Comune e constatare successivamente la non adozione delle stesse misure da parte dell’amministrazione comunale. Se così fosse urge capire le ragioni di oggettiva messa a rischio di sole quelle scuole che sono state interessate da ordinanza di chiusura da parte del Sindaco.
FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA

Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani