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da: Consorzio “Wunderkammer”

I progetti 2016 di Basso Profilo, tra urbanistica partecipata e formazione votata ai beni comuni.

Quali sono gli strumenti più efficaci per favorire la cura dei beni comuni? Questa domanda è stata al centro dell’incontro “Commons: beni comuni e pratiche di condivisione”, organizzato mercoledì 30 aprile a Wunderkammer dall’associazione Basso Profilo. «I beni comuni non possono essere progettati, per crescere hanno bisogno di un ecosistema favorevole – ha spiegato Leonardo Delmonte, direttore dell’associazione -. Un ambiente che può svilupparsi attraverso le buone prassi condotte delle istituzioni e del terzo settore, ma anche attraverso la pratica dei gruppi informali. Come intercettare e far dialogare in modo positivo gli stimoli? Questa è la scommessa, a cui proviamo a rispondere oggi attraverso due percorsi: Smart Dock e Fare Giardino».

Smart Dock è iniziato nella primavera 2015 per valorizzare la darsena di San Paolo, far riscoprire ai ferraresi una porzione di città che spesso hanno dimenticato. Grazie alla collaborazione con numerosi partner, ha compreso eventi culturali e tavoli di approfondimento e discussione. Quest’anno continuerà nella stessa direzione, grazie anche al contributo che arriverà dall’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia-Romagna – Smart Dock infatti è tra i vincitori del bando regionale “Giovani per il territorio”. Una delle iniziative che partirà a breve riguarda la calendarizzazione, tutti i giovedì sera, di live musicali organizzati assieme alla motonave Nena.
Fare Giardino è stato avviato nei primi mesi del 2016 e riguarda lo sviluppo urbano e sociale del Quartiere Giardino, da anni al centro di animate polemiche sul tema della sicurezza reale e percepita. L’obiettivo del progetto è ridurre il sentimento di subalternità che i residenti di questa zona provano nei confronti del resto della città, aprire prospettive sul futuro, avvicinare e rendere più coese le varie comunità che vivono lo stesso spazio, promuovere il quartiere anche in termini turistici, puntando l’attenzione sul rilievo dell’architettura Novecentesca che lo caratterizza. Gli strumenti che verranno utilizzati riguarderanno l’urbanistica partecipata, la definizione di una strategia urbana, iniziative di drammaturgia partecipata site specific e percorsi di arte pubblica per l’infanzia. «Lavorare con i bambini è fondamentale, significa lavorare con le famiglie, portare certe visioni e certe idee in modo diffuso» ha concluso Delmonte.
«Il recupero del lungofiume è complesso, soprattutto perché legato al tema dell’idrovia – ha commentato il vicesindaco Massimo Maisto -. Sicuramente da parte dell’amministrazione c’è l’impegno per valorizzare almeno questa parte della darsena, perché San Paolo non è più solo nell’interesse dei pochi che avevano la barca qui ma di tanti ferraresi. Per migliorare il Quartiere Giardino bisogna pensare non solo alla repressione, all’intervento delle forze dell’ordine, ma anche al coinvolgimento delle persone. Assieme a questo progetto ci sono tante situazioni sulle quali puntare, che devono fare sintesi, come il Meis, Grisù e l’Urban Center, che aprirà qui la nuova sede».
“Commons” si è concluso con l’intervento dell’assessore all’urbanistica Roberta Fusari – dedicato al difficile rapporto tra riappropriazione e trasgressione – e con la presentazione dei nuovi corsi attivati da Basso Profilo, le cui lezioni cominceranno nelle prossime settimane. “Fotoblò”, workshop di fotografia stenopeica a cura di Nicoletta Ciunci, da sabato 16 aprile; “Giardini illustrati”, corso di illustrazione tenuto da Manuela Santini, da martedì 26 aprile; “Contatto”, laboratorio di creatività assieme allo studio Altrosguardo Design, da mercoledì 27 aprile; “Malerbe a noi”, dieci incontri dedicati all’utilizzo delle erbe selvatiche che comincerà lunedì 2 maggio, a cura di Annalisa Malerba.

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