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Ferrara film corto festival

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“Lo sviluppo non può essere considerato tale quando esiste la possibilità di gettare altri metri cubi di cemento. Ci sono strategie a impatto zero e, per quanto ci riguarda, sono le uniche da perseguire. Smetterla con il consumo del territorio è un punto di forza della nostra politica”, taglia corto Raffella Sensoli, consigliera regionale 5Stelle, che con un’interrogazione alla giunta emiliano-romagnola ha chiesto di verificare la correttezza dell’operato di Comune di Comacchio, Provincia di Ferrara e Parco del Delta del Po coinvolti nel discusso capitolo “Contratto di sviluppo – Turismo nel Delta” stretto quasi in concomitanza con il licenziamento dell’ultima stazione del Parco del Delta del Po, quella di Comacchio centro storico. “ Prima di tutto chiediamo la sospensione di qualsiasi modifica o approvazione legata a nuovi progetti. E’ un modo per cautelarsi, ci sono ancora diversi ricorsi aperti – precisa – Ci sono stati cambi di destinazione d’uso dei terreni e va da sé il dubbio legato al rischio di una cementificazione selvaggia”. Nessuna strumentalizzazione da parte di Legambiente si affretta a precisare: “Il sindaco Fabbri, che incontrerò a breve, si sbaglia. Ho letto i documenti e lavorato su dati oggettivi e, quando si parla di territorio, vorrei capire se ci sono state delle irregolarità anche nei confronti della Regione. In ogni caso, ripeto, fin quando non ci sarà la più totale chiarezza sarebbe bene sospendere qualsiasi operazione per evitare danni permanenti”.

Al centro dell’interrogazione c’è il maxi progetto giocato tra interventi edilizi e produttivi messi in campo da una cordata di imprenditori. “In testa c’è la società che fa capo al gruppo Tomasi – prosegue – i progetti presentano una serie di incongruenze formali e di sostanza che avrebbero bisogno di ulteriori approfondimenti”. L’esplorazione di leggi, leggine e normative comunali, provinciali e regionali, è d’obbligo per la Sensoli, c’è bisogno di sgomberare il campo dal caos e capire quale sia la posizione della Regione su quanto sta accadendo nel Comacchiese. “Nonostante il Comune di Comacchio nel documento preliminare del Piano strutturale comunale, abbia ammesso la presenza di un quadro complicato e contraddittorio, e forse in parte anche illegittimo, in relazione alle norme e previsioni urbanistico-territoriali – scrive Raffaella Sensoli nella sua interrogazione – il Comune sta procedendo verso la stipula di accordi con gli imprenditori dei progetti edilizi”.

Secondo la pentastellata l’approvazione di alcune delibere, oggi oggetto di 11 ricorsi, non sembra rispettare parte dei requisiti richiesti dallo stesso consiglio comunale. Motivo per cui la Sensoli è determinata ad andare in fondo. “La situazione è dominata dall’incertezza, tuttavia si stanno trattando progetti edilizi che comporterebbero varianti al Piano regolatore per trasformare le aree agricole in terreni dove ospitare strutture ricettive – spiega – Il consiglio ha approvato modifiche al regolamento edilizio con le quali si pretende di cambiare le destinazioni d’uso di terreni destinati dal Prg a soli campeggi, in terreni destinati a ‘campeggi-villaggi turistici’, variando inoltre gli usi di altri terreni destinati a ‘villaggi turistici’ in terreni per ‘centri vacanze’”. Un passaggio via l’altro per introdurre infine “strutture simili alle case mobili, ma installate fisse al suolo a cura di agriturismi in deroga alla normativa regionale”, sottolinea. “Crediamo che prima di tutelare l’interesse dei privati, la Regione si debba adoperare perché le norme di salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente non vengano calpestate”.

La risposta del sindaco di Comacchio

La mossa della consigliera ha suscitato la reazione del sindaco Marco Fabbri, eletto in quota 5Stelle e scomunicato dal movimento di Grillo qualche tempo fa.
“L’interrogazione è un semplice copia-incolla del ricorso presentato da Legambiente lo scorso anno, il 30 luglio il Tribunale amministrativo regionale ha rigettato la sospensiva – dice – non c’erano i presupposti per sospendere il Piano di stazione del centro storico del Parco del Delta Po tuttora vigente”. Il piano, ricorda il sindaco, è stato licenziato dopo 20 anni di gestazione nel 2014. “E’ successo grazie a un forte impegno di Regione, Provincia, ente Parco e su forte impulso del nostro Comune – continua – Il piano è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione il 13 febbraio del 2013, dopo di che sono pervenute oltre 60 osservazioni di privati e interessati a vario titolo. Nonostante la forte valenza ambientale del Piano non è arrivata alcuna osservazione da parte del Movimento 5 Stelle regionale, né tanto meno risultano inviate interrogazioni al Presidente della Regione e alla Giunta”.

La questione è dunque politica? “A distanza di oltre un anno e soltanto dopo la nostra espulsione, il Movimento 5 Stelle regionale ha pensato di contestare il piano, quando avrebbe potuto farlo in tempi, modi e sedi previsti per legge”. Il tono è piccato ed è più che plausibile, gli interessi in ballo sono tanti e diversi. “Rispetto al merito della vicenda, stiamo lavorando a pieno ritmo, portando avanti con determinazione uno dei punti del programma elettorale, con la ferma volontà di arrestare il consumo del territorio, al quale abbiamo purtroppo assistito negli ultimi decenni – prosegue Fabbri – Si è data semmai un’accelerata al processo virtuoso di riconversione e riqualificazione delle seconde case con la realizzazione di residenze turistico-alberghiere, secondo la concezione dell’albergo diffuso”. Le contestazioni del Movimento 5 Stelle, lo lasciano “basito” perché sposano la tesi di una guerra contro i campeggi. “Affiancano di fatto il pensiero del circolo locale di Legambiente, che definisce consumo di suolo anche la semplice realizzazione di aree per la sosta dei camper – spiega – Ho parlato ieri telefonicamente con la consigliera regionale Sensoli alla quale esporrò la vicenda che le è stata illustrata in modo strumentale e distorto da Legambiente”. E ancora: “Dato che le strutture ricettive all’aria aperta sono la principale fetta dell’industria turistica locale, il motore dello sviluppo del territorio, vista la grave crisi della pesca, – conclude – sono certo che verranno comprese le necessità di garantire prospettive di crescita anche attraverso l’ampliamento dei campeggi, tanto più che quelli di nuova generazione sono concepiti con metodi assolutamente ecosostenibili e nel pieno rispetto dell’ambiente”.

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Monica Forti


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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