Coldiretti: summit della legalità all’Istituto Navarra, la nostra testimonianza contro le agromafie
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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara
Il presidente di Coldiretti Ferrara ha portato il saluto dell’organizzazione e dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“La mafia e la criminalità ci rubano reddito ed opportunità, oltre a favorire sfruttamento e negazione dei diritti di lavoratori ed imprese”.
E’ il frutto della collaborazione tra diversi soggetti quello che è stato presentato oggi, 1 aprile, presso l’istituto agrario Navarra di Ferrara, sul tema della legalità e del contrasto, anche civile e culturale a tutte le mafie ed alla criminalità.
Organizzato dal coordinamento donne di SPI/CGIL di Ferrara, ha coinvolto amministrazioni locali, sindaci, associazioni (Libera), il mondo della scuola con diversi istituti e dunque anche i ragazzi in prima persona, coinvolti un progetto di sostegno concreto quale la collaborazione alla gestione di un terreno confiscato alla mafia a Teano.
Il presidente di Coldiretti Ferrara ha illustrato nel corso della conferenza stampa il significato dell’agire contro tutti i tipi di mafie e la cultura della legalità che anche nel mondo delle imprese agricole è un irrinunciabile valore.
Un aspetto dell’azione sindacale e sociale di Coldiretti che nel corso degli anni ha anche prodotto la costituzione dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare, il cui presidente del comitato scientifico è il giudice Gian Carlo Caselli e che ogni anno rende pubblico il “rapporto sui crimini agroalimentari in Italia”.
“L’illegalità è anche concorrenza sleale per le imprese – ha ricordato Gulinelli – ed una parte dei 60 miliardi di falso made in Italy che a livello mondiale viene commercializzato, ha anche una forte componente di illecito, di riciclaggio di denaro, di reati ambientali, di sfruttamento. Senza contare che marchi ed etichette che richiamano la mafia ed i suoi esponenti, danno all’estero un’immagine distorta e negativa del nostro Paese che Coldiretti cerca di contrastare con denunce e richieste di blocco del commercio dei prodotti “mafia sounding”, come il caffè “maffiozzo” o le spezie “Palermo mafia shooting”.
Per questo – ha concluso Gulinelli – auspichiamo che il progetto presentato oggi possa continuare e possa coinvolgere sempre più soggetti in un percorso di condivisione e di cittadinanza attiva, del quale Coldiretti sarà sicuramente partecipe attiva e convinta, anche in questa nostra Regione e provincia non certo immune da fenomeni di tipo mafioso e criminale che toccano sia il settore agricolo nello specifico, ma anche l’intero tessuto sociale ed economico”.
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