Coldiretti: no ai falsi e difendiamo il Made in Italy per il futuro della nostra agricoltura
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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara
Coldiretti: diciamo no al falso made in Italy che si trova in Europa tra formaggio senza latte e vino senza uva. Gulinelli. “La qualità e salubrità italiane vanno difese per dare un futuro alla nostra agricoltura”.
Al Paladozza di Bologna migliaia di agricoltori della Coldiretti dell’Emilia-Romagna hanno manifestato per rivendicare il vero made in Italy e tutte le politiche necessarie a sostenere la produzione agricola di qualità che ci possa dare un futuro. Presenti i ministri Martina e Galetti ed il governatore della regione, Bonaccini oltre alla intera giunta nazionale di Coldiretti. Gulinelli “difendiamo il nostro futuro con i progetti della nuova Coldiretti e l’impegno di tutti i soci e dirigenti”.
Nella giungla del falso Made in Italy a tavola in vendita nelle principali capitali europee è alta la probabilità di trovare sullo scaffale, con nomi ed immagini e colori che richiamano l’Italia, la pasta di grano tenero, i formaggi ottenuti dalla polvere o il vino zuccherato vietati nel nostro Paese, che è quello con le regole produttive piu’ stringenti di tutta l’Unione Europea. E’ quanto denuncia il Dossier Coldiretti che ha collaborato alla “task force” dei Carabinieri dei Nas all’estero per verificare cosa viene venduto come “italiano”, grazie ad un progetto dell’Europol presentato alla mobilitazione a difesa del Made in Italy di migliaia di agricoltori italiani con i trattori dentro e fuori il Paladozza a Bologna in Emilia Romagna, la regione con il primato italiano ed europeo della qualità per il maggior numero di prodotti a denominazione di origine riconosciute dall’Unione Europea.
L’Italia nel tempo ha adottato norme a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari nazionali che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea dove tuttavia si tenta di sfruttare l’immagine positiva conquistata dal Made in Italy con l’inganno.
“Un’Europa che consente l’appiattimento della qualità e soprattutto che non consente di mettere in evidenza l’origine dei prodotti – considera il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – da spazio alle multinazionali ed ai trucchi ed espedienti, prassi comune in diversi Paesi, per essere presenti sul mercato dell’agroalimentare anche senza una vera agricoltura”
“E’ una concorrenza sleale, che danneggia i produttori italiani ed anche i consumatori, che trovano in giro prodotti di imitazione che non hanno le stesse caratteristiche di quelli autentici – continua Gulinelli – e che dobbiamo combattere con una ulteriore spinta verso una etichettatura obbligatoria dell’origine e politiche di supporto alle nostre imprese che sono strette da norme molto complesse e da costi di produzione ormai insostenibili. A esempio in Italia vige la storica “legge di purezza”, la numero 480 del 4 luglio del 1967 e successive modificazioni, che impone l’obbligo di produrre pasta esclusivamente con grano duro, difendendo dal rischio di trovarsi quella scotta nel piatto come accade spesso all’estero. Di contro l’Unione Europea consente ai Paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso lo zuccheraggio che è sempre stato vietato nei Paesi del Mediterraneo e in Italia, dove la Coldiretti ha combattuto una battaglia per impedire il “trucco di cantina” e affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.
Insomma – conclude Gulinelli – dobbiamo portare avanti il nostro progetto che poggia sulle filiere agricole tutte italiane, supportandolo con una seria impostazione normativa che non sia al ribasso e che dia spazio vero per la remunerazione della qualità, creando anche un terreno favorevole alle imprese con una serie di semplificazioni di adempimenti spesso unicamente burocratici, salvaguardando quelli che servono a tracciare e valorizzare i nostri prodotti e come sono realizzati, nel rispetto della sicurezza, dellalegalità e della salubrità”.
L’ultima storica battaglia l’Italia l’ha dovuta combattere per difendere la legge n.138 del 11 aprile del 1974 che vieta l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale contro la quale la Commissione Ue aveva minacciato nelgiugno del 2015 l’avvio della procedura di infrazione perché la legge italiana a tutela della qualità della produzioni rappresenta una restrizione alla “libera circolazione delle merci”, essendo la polvere di latte e il latte concentrato prodotti utilizzati in tutta Europa. Una battaglia che è stata vinta grazie alla mobilitazione della Coldiretti in Italia dove si continua a tener alta la qualità delle produzioni casearie, a differenza degli altri Paesi dell’Unione Europea dove si continuano a produrre e vendere formaggi senza latte, magari da “spacciare” come italiani ottenuti dalla polvere.
Una tendenza che è degenerata in alcuni Paesi dove sono stati messi addirittura sul mercato kit per la produzione casalinga dei formaggi italiani piu’ tipici. Si tratta di confezioni per la produzione di Parmigiano o Romano venduti da una ditta inglese a circa 120 euro mentre quelle per la Mozzarella Cheese costano circa 30 euro. Nei kit in vendita per i due prestigiosi formaggi a pasta dura è contenuta però anche una piccola pressa da formaggi. Si possono lavorare, con gli ingredienti a disposizione, circa 8 litri di latte per volta e, complessivamente, 40 litri di latte. “La mozzarella – si legge nelle istruzioni – non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntualizza – non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensati”.
Nell’Unione Europea circolano anche oltre venti milioni di bottiglie di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano. Dopo la diffusione in Nordamerica, i wine kit sono arrivati anche in molti Paesi dell’Unione Europea dove si possono acquistare via internet o in molti negozi nonostante il fatto che – denuncia la Coldiretti – in base alla normativa europea non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti. Invece dalla Gran Bretagna alla Svezia con una spesa compresa tra i 30 e i 40 euro per un kit da 30 bottiglie è possibile realizzare a casa un processo che promette anche in 5 giorni di produrre di vini delle piu’ note denominazioni.
“Qui a Bologna, abbiamo incontrato la nostra giunta nazionale, con il presidente Moncalvo ma anche con una serie di invitati del mondo civile, della società, come sindaci, amministratori di cooperative, di enti, di istituzioni, e con loro abbiamo ragionato della percezione dell’agricoltura italiana e dei nostri prodotti tra gli italiani e tra gli europei, perché la nostra non è una battaglia solitaria, ma è un servizio per il paese e per i consumatori non solo italiani. Il confronto, la testimonianza di alcuni nostri imprenditori, la forte presenza di giovani nel Paladozza, pieno in ogni ordine di posti e con molti soci anche all’esterno davanti al megaschermo per poter seguire comunque i lavori, sono la prova che non abbiamo alcun timore a farci leggere anche dall’esterno e di poter dunque proporre liberamente i nostri progetti ai nostri interlocutori ed ai decisori istituzionali. Anche ieri – chiosa Gulinelli – abbiamo avuto l’adesione delle istituzioni, prima di tutto della Regione Emilia-Romagna, nella persona del presidente Bonaccini, che ha sottoscritto un atto di impegno a sostegno della nostra agricoltura, attraverso il PSR ma non solo e che nel ruolo di presidente della conferenza delle Regioni si è impegnato a trasmettere a tutti gli altri governatori.
I nostri soci presenti da ogni parte della provincia, ma anche i nostri sindaci, gli assessori della maggior parte dei comuni ferraresi, il segretario della Camera di Commercio, il presidente della Fiera di Ferrara, diversi amministratori di cooperative ferraresi, il presidente delle Pro Loco dellanostra provincia, sono solo alcuni dei nostri ospiti, che hanno potuto vedere e sentire in diretta la grande passione, l’entusiasmo e la voglia di Coldiretti di spendersi per dare un futuro alle imprese agricole ma direi al Paese tutto. Ci aspettiamo che il ragionamento sulla difesa del nostro modello di sviluppo e sulla distintività dell’agroalimentare italiano, sia coerente e conseguente, come ci hanno assicurato anche i Ministri presenti, perché dobbiamo dare unfuturo a tante imprese, a tanti giovani e donne che hanno voglia di lavorare e di dare un domani alle loro imprese, rispondendo ai bisogni dei cittadini, dei territori, dell’ambiente, sicuri di saper essere in grado di fare la differenza e di valorizzare il vero Made in Italy”. Ringrazio tutti i nostri soci che per un giorno hanno lasciato le loro aziende per essere tutti insieme testimoni e protagonisti di questo evento, perché solo insieme possiamo ripartire con la nuova Coldiretti”.
I TRUCCHI DEL FALSO MADE IN ITALY IN EUROPA
La pasta di grano tenero che scuoce – In Italia vige la storica “legge di purezza”, la numero 480 del 4 luglio del 1967 e successive modificazioni, che impone l’obbligo di produrre pasta esclusivamente con grano duro che difende dal rischio di trovarsi quella scotta nel piatto come accade spesso all’estero.
I formaggi dalla polvere – L’Unione Europea – sostiene la Coldiretti – ha chiesto all’Italia di non vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Una pratica consentita in tutti i Paesi dell’Unione Europea anche per la produzione di formaggi di tipo italiano.
Il similgrana low cost senza indicazione di provenienza – Nell’Unione Europea è permessa la vendita imitazioni low cost importate dall’estero del Parmigiano reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori.
Mozzarella e Parmigiano kit – Nell’Unione Europea è stata scoperta dalla Coldiretti la commercializzazione di kit chepromettono di ottenere in casa in pochi giorni alcuni dei formaggi italianipiu’ prestigiosi dal Grana Padano al Parmigiano reggiano fino alla mozzarella.
Wine kit – il vino dalla polvere – L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane piu’prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.
Il vino allo zucchero – L’Unione Europea consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che con la Coldiretti ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.
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