Da: Coldiretti Ferrara.
Al tavolo regionale il presidente regionale di Coldiretti, Nicola Bertinelli, ha chiesto di rimettere in moto un comparto che vale 18 miliardi di export.
“Va riattivato un sentimento di fiducia nei riguardi del prodotto italiano attraverso una corretta informazione”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli a margine dell’incontro tenutosi oggi presso la Regione Emilia Romagna per fare il punto sulle misure adottate per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID 19. “È evidente che anche in Europa ci sono Paesi che si approfittano di questo momento. Si sta usando la provenienza italiana delle merci per avere vantaggi competitivi. Per mercoledì e previsto un incontro con il Governo, ci aspettiamo impegni concreti. Per ora apprezziamo il modo in cui la Regione sta gestendo l’emergenza”.
“Il virus – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – non viaggia coi nostri prodotti, quindi le richieste assurde di certificazioni sanitarie aggiuntive sulle nostre merci, dal vino alla frutta e alla verdura, così come le disdette per forniture provenienti dal nostro Paese non sono altro che pratiche sleali. Anche all’interno dell’Unione Europea si assiste al blocco di merci e della circolazione delle persone, misure del tutto assurde e ingiustificate”.
“A essere a rischio – ha proseguito Bertinelli – è un mercato che l’anno scorso ha fatto registrare il record assoluto di esportazioni in tutto il mondo, con l’export dell’agroalimentare Made in Emilia Romagna che ha superato i 16 miliardi (il 35,8% del totale nazionale di 44,6)”.
Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane – continua Coldiretti Emilia Romagna – interessano i Paesi dell’Unione Europea dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6%. Il principale partner è la Germania dove l’export cresce del 2,9% e raggiunge i 7,2 miliardi, mentre le vendite sono praticamente stagnanti in Gran Bretagna con la Brexit e volano negli Stati Uniti (+11%) che con 4,7 miliardi di export, nonostante gli effetti negativi dei dazi, restano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari e il quarto dopo Germania, Francia e Gran Bretagna.
“Facciamo registrare delle grandi performance – ha proseguito Bertinelli – nonostante gli effetti dell’applicazione dal 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25% su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari da parte degli Stati Uniti, alla situazione già resa critica dal flagello della cimice asiatica nel settore dell’ortofrutta, ai prezzi troppo bassi, alle difficoltà create dai cambiamenti climatici e i prezzi dei prodotti non soddisfacenti, come gli 87 a tonnellata per il pomodoro da industria fissato recentemente, che non copre nemmeno i costi di produzione”. “Ma gli effetti recessivi dell’emergenza sanitaria coronavirus rischiano di metterci davvero in ginocchio. Nella nostra regione il transito turistico è precipitato, le prenotazioni negli agriturismi sono crollate. Siamo ai tavoli con la Regione – afferma Bertinelli – per portare le nostre istanze e il nostro contributo in tutti i confronti che si stanno tenendo per far fronte all’emergenza. Ma è essenziale scindere due aspetti: la zona rossa è un’area che necessita di provvedimenti sanitari, ma il problema economico riguarda tutto il Paese. Se il vaccino non arriverà in fretta, dopo questa prima fase di paralisi si dovrà comunque trovare il modo di ripartire. L’agricoltura non si può bloccare, gli agricoltori non hanno accesso agli ammortizzatori sociali, ma andrà trovato il modo di sostenere le imprese con un impegno delle autorità nazionali e comunitarie per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia. Contemporaneamente – ha concluso Bertinelli – le aziende andranno supportate anche dalla politica con misure a sostegno degli operatori del settore agricolo”.
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