Skip to main content

Da: Riccardo Casotti, Ferrara Coldiretti

COLDIRETTI: LETTERA ALLA REGIONE PER SOLLECITARE IL RIEQUILIBRIO FAUNISTICO NELLA NOSTRA PROVINCIA E RISARCIMENTI ADEGUATI

Coldiretti Ferrara ha scritto nei giorni scorsi alla Regione per evidenziare lo squilibrio della presenza di fauna selvatica nociva che impatta sulle produzioni agricole e sul territorio. Occorrono un progetto di riequilibrio e risorse adeguate per gli indennizzi agli agricoltori che sono esasperati per la situazione.

Nutrie, piccioni, gazze, storni, corvidi, volpi, fagiani, lepri, cormorani e da ultimo anche le oche selvatiche: la lista degli animali che proliferano e recano danno prima di tutto all’ambiente ed al territorio, comprese altre specie selvatiche, si allunga.
E prima che anche gli ungulati diventino un problema Coldiretti chiede a gran voce alla Regione di mettere mano alle norme in materia di fauna selvatica e risarcimenti alle imprese agricole.
A partire dalla questione legata alla presenza di migliaia di capi di oche selvatiche nel territorio a cavallo tra i comuni di Portomaggiore ed Argenta, che stanno causando danni rilevanti a tutte le colture, facendo tabula rasa dei cereali e nutrendosi in seguito di ogni altra coltura praticata dalle aziende di quel territorio.
Le stime dei danni si aggirano dal 30 al 60%, ed a nulla contano – scrive Coldiretti – i metodi di prevenzione, come palloni e cannoncini, che dopo poche ora vengono bellamente ignorati.
Nello specifico – chiede l’organizzazione agricola a nome dei propri soci – bisogna pensare ad un piano di controllo numerico o comunque a stanziare le risorse necessarie a dare pieni indennizzi ai produttori che si accollano obtorto collo il mantenimento di migliaia di oche, salvaguardane il reddito.
Peraltro la coesistenza con le specie selvatiche è sempre più problematica e sono evidenti i limiti della gestione faunistica in presenza di squilibri ambientali, ed a farne le spese non solo gli agricoltori.
Piccioni e nutrie provocano danni sia alle coltivazioni agricole che alle infrastrutture idrauliche e viarie, che agli edifici ed ai cittadini e contenere queste popolazioni è premessa per salvaguardare l’intero territorio.
La presenza oltre modo numerosa di stormi di cormorani sta ad esempio limitando o impedendo l’acquacoltura in diverse zone vallive del basso ferrarese, mentre le difficoltà di intervento legate alla prevenzione sanitaria anticovid ha avuto anche l’effetto di limitare le consuete operazioni di monitoraggio e redistribuzione di fagiani e lepri con timori per i raccolti in zone contigue alle aree di salvaguardia della fauna.
Una situazione – rimarca Coldiretti – ormai fuori controllo, che necessita di un confronto costruttivo ma urgente con la Regione e gli enti deputati alla gestione faunistica per evitare il depauperamento della biodiversità e danni ripetuti e non pienamente indennizzati alle produzioni, oltre che, per quanto riguarda le nutrie ed altre specie fossorie, danni irreparabili a canalizzazioni, strade e manufatti con conseguenti rischi idraulici, come i recenti fatti del modenese ci hanno chiaramente dimostrato essere una evenienza non troppo remota.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

COLDIRETTI



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it