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Da organizzatori

Come già avviato a livello nazionale ed in molte altre provincie, anche Coldiretti Ferrara nei prossimi giorni incontrerà i candidati di diversi partiti alle ormai imminenti elezioni politiche.
A tutti i candidati sarà illustrato il “manifesto politico” di Coldiretti, che in cinque punti sintetizza le cose possibili da fare nei primi 100 giorni della nuova legislatura.
“Sono interventi a costo zero – evidenzia il direttore dell’organizzazione, Claudio Bressanutti – che però darebbero immediatamente il senso di una reale attenzione al mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano. Per questo nel corso degli incontri dei prossimi giorni chiederemo il possibile impegno da parlamentari per sostenere le nostre proposte, con la sottoscrizione delle nostre proposte, cui daremo il giusto riscontro”.

Il “manifesto” di Coldiretti, dopo aver inquadrato il contesto di cui fa parte il settore agroalimentare nazionale, con il fortissimo valore del Made in Italy, e lo sviluppo di un valore di oltre 40 miliardi di euro per il solo export (a fronte degli oltre 60 dell’italian sounding nel mondo), indica le priorità del futuro parlamento e del governo che sarà nominato: il rafforzamento della sovranità alimentare (territorio, biodiversità, identità e qualità delle produzioni), arginando gli accordi trappola come il CETA o Mercosur; tutelare il vero made in Italy sia sul mercato interno che nel resto del mondo; sostenere l’offerta del cibo del territorio, salvaguardando le produzioni locali; lavorare alla sostenibilità energetica, economica, del patrimonio idrico, dell’uso del suolo, del welfare, dell’agricoltura sociale; accelerare i processi di filiera nei territori tra imprese ed innovazione e nuova imprenditorialità, anche formativa.

In particolare le misura strutturali, che possono rilanciare il settore e l’occupazione, da sviluppare nei primi 100 giorni di governo, incidendo sui meccanismi economici e di mercato, escludendo chi bara, favorendo il merito, la qualità, la sostenibilità, la distintività e le opportunità per i giovani e che non generano nuovi costi, si possono così sintetizzare:

1) OBBLIGO DELL’ORIGINE IN ETICHETTA. Confermare l’applicazione delle norme sull’etichetta obbligatoria a tutte le filiere in cui è assente (ortofrutta e carni trasformate), anche in regime di infrazione comunitaria, confermando le norme nazionali di tutela per consumatori e produttori.

2) ISTITUIRE IL MINISTERO DEL CIBO, per dare una unica regia ed un unico indirizzo alle politiche del cibo, dai produttori agricoli ai trasformatori, ai consumatori.

3) SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA ED AMMINISTRATIVA, razionalizzando le procedure e migliorando le performance dello Stato, delle Regioni e degli Organismi Pagatori, velocizzando i processi di erogazione con il maggiore uso dei Centri di Assistenza Agricola.

4) TOGLIERE IL SEGRETO SULLE IMPORTAZIONI, per rendere trasparenti i flussi commerciali delle materie prime, con la chiara indicazione della provenienza dei prodotti che fanno concorrenza anche sleale ai nostri.

5) ADEGUARE LA LEGGE SUI REATI AGROALIMENTARI, già discussa in larga parte dal parlamento e che necessita di rapida approvazione per contrastare l’evoluzione delle fattispecie di frode e contraffazione, nonché le relative sanzioni.

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