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Coldiretti: è partita la vendita o affitto di 140mila ettari di terreni a giovani ai giovaniagricoltori

Articolo pubblicato il 14 Novembre 2014, Scritto da COLDIRETTI

Tempo di lettura: 3 minuti


da: ufficio stampa Coldiretti

Vale 2,8 miliardi di Euro la cessione di terreni pubblici e consentirà la nascita di oltre diecimila nuove imprese.

Dalla vendita o dall’affitto dei terreni agricoli pubblici possono nascere oltre diecimila nuove imprese agricole condotte da giovani con un concreto impulso positivoalla crescita del Pil in Italia. E’ quanto è emerso da una analisi diColdiretti Giovani Impresa nel Dossier “Nella green economy c’è lavoro per i giovani” presentato in occasione della consegna degli Oscar Green ”, i premi per l’innovazione con l’ Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Sono questi gli effetti – sottolinea la Coldiretti – del protocollo d’intesa appena firmato dalla Conferenza delle Regioni, dal Ministero delle Politiche Agricole, l’Ismea, l’Anci e l’Agenzia del Demanio che prevede la cessione ai giovani dei terreni agricoli che fanno capo a regioni ed enti locali. Si tratta secondo il Dossier della Coldiretti di oltre 140mila ettari di superficie agricola utilizzata censiti dall’Istat per un valore stimato – precisa la Coldiretti – in 2,8 miliardi di euro sulla base dei valori fondiari medi inItalia. La cessione di questi terreni – continua la Coldiretti – toglierebbe a Comuni, Regioni e allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo e la crescita del Pil ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese. Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti. Il programma di dismissione è già in atto con il Demanio che ha appena pubblicato online i bandi che riguardano i primi 500 ettari dei 5.500 resi disponibili dalla Stato mentre alcune Regioni hanno creato le “’banche della terra” dove censire i terreni pubblici disponibili ma in alcuni casi anche i terreni incolti dei privati. Nel dettaglio sono ben otto le Regioni (Abruzzo, Campania, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) che hanno approvato leggi per favorire l’accesso ai terreni pubblici dei giovani imprenditori agricoli mentre in altre cinque sono in itinere (Calabria, Lazio, Lombardia, Marche e Molise). Ai terreni alienati o locati, prevede il progetto, non potra’ essere attribuita una destinazione urbanistica diversa da quella agricola prima di 20 anni dalla trascrizione dei contratti nei pubblici registri immobiliari. “La dismissione della proprietà pubblica dei terreni agricoli non solo toglie allo Stato, alle regioni e ai Comuni il compito improprio di coltivare la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto dà un impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. “La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole e il 50 per cento delle imprese agricole già esistenti condotte da giovani ha bisogno di disponibilità di terra in affitto o acquisizione, secondo una indagine Coldiretti/Ixè” ha continuato la delegata di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni. In Italia il costo della terra ha superato i 20mila euro, un valore superiore a quello di Germania e Francia. Dietro il valore medio – conclude la Coldiretti – si nasconde però una forte variabilità, con valori che partono dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di frutteto o vigneto nelle zone di produzione più celebri, dallaToscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani